• Maggio 23, 2016
di anci_admin

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Patrimonio immobiliare – La Repubblica: Demanio pronto a puntare un miliardo, l’immobile pubblico diventerà un mall

Di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato oggi dal Supplemeno ‘Affari Finan...

Di seguito il testo integrale dell’articolo pubblicato oggi dal Supplemeno ‘Affari Finanza’ de ‘La Repubblica’.
Dare una seconda vita agli immobili pubblici inutilizzati trasformandoli in centri commerciali. È l’obiettivo del Progetto Immobili lanciato dall’Agenzia del Demanio che punta a sfruttare le opportunità offerte dal settore retail e a realizzare un giro di investimenti di un miliardo di euro nei prossimi cinque anni. «I centri commerciali possono rappresentare una opportunità di valorizzazione del real estate pubblico, una forza di investimento su cui fare leva per riqualificare le nostre città, riutilizzando immobili non più utili ed evitando nuovo consumo di suolo», ha sottolineato Roberto Reggi, direttore generale dell’Agenzia del Demanio, intervenendo nell’ambito di un workshop dedicato tenutosi a Milano. «Vorremmo per questo far incontrare la domanda espressa dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha in programma per i prossimi cinque anni un ingente programma di investimenti, e l’enorme quantità di immobili pubblici collocati in luoghi strategici in attesa di essere dismessi».
Tema da anni sotto i riflettori: valorizzare il patrimonio pubblico, in tempi di fondi che scarseggiano, assume un peso non trascurabile. Non a caso il decreto legge Sblocca Italia (articolo 26) ha introdotto tempi certi e brevi per il riuso degli immobili pubblici e l’Agenzia del Demanio ha intrapreso negli ultimi anni un percorso per recuperare risorse preziose per le casse dello Stato. Che ha visto, ad esempio, l’emanazione di un bando per l’assegnazione in affitto di undici fari di proprietà statale o la trasformazione dell’ex caserma militare Staveco, a Bologna, in uno dei campus universitari più importanti d’Europa. Nell’ambito del progetto Immobili sono state individuate 19 strutture, su 150 disponibili in tutta Italia (di cui quattro in Toscana, tre in Abruzzo e altrettante in Emilia Romagna, due in Campania e una in Friuli, in Veneto, in Piemonte, in Lombardia, in Liguria, in Molise e in Sicilia), che sono state ritenute adatte per il riuso a fini commerciali, in particolare sul fronte dell’accessibilità, del bacino di utenza e della zona di attrazione.
Un’operazione economica «che potrebbe generare un valore complessivo di un miliardo di euro nei prossimi cinque anni», ha osservato Massimo Moretti, presidente Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), che punta però anche a offrire un contributo in termini di riqualificazione del territorio. «Vorremmo infatti seguire esempi virtuosi come quelli di Montpellier, in Francia, in cui il centro città è stato rivitalizzato creando una struttura commerciale e sviluppando attorno la parte residenziale».
Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Cattaneo, presidente della Fondazione Patrimonio Comune Anci, secondo cui «le città hanno bisogno di rigenerazione urbana, per cui i comuni devono fare la loro parte dando spazio ai privati». Gli asset potranno essere assegnati con concessione fino a 50 anni, diritto di superficie o acquisizione temporanea. Il progetto non si ferma qui, ma prosegue con una seconda edizione nell’ambito della quale «stiamo raccogliendo (fino al prossimo 20 giugno, ndr) le candidature degli enti territoriali che vogliono mettere a disposizione i loro beni immobili», ha concluso Reggi. (com)