• Luglio 6, 2016
di anci_admin

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Nuovo codice appalti – Dota: “Serve un periodo transitorio più adeguato”

“Sul nuovo Codice degli appalti, di cui apprezziamo l’impianto generale, Anci ha per&ogr...

“Sul nuovo Codice degli appalti, di cui apprezziamo l’impianto generale, Anci ha però espresso più volte la sue perplessità legate innanzitutto alla necessità di un periodo transitorio più adeguato temendo, quello che poi oggi sta accadendo, il blocco o la ripubblicazione di tutti quei documenti di gare che non sono in linea con i principi del nuovo codice, il ché comporta un rallentamento anziché una accelerazione dei processi. In tal senso, auspicavamo che rimanesse in vigore il vecchio regolamento (art 163 dpr 207 del 2010) così da potere monitorare, con periodo d transizione adeguato, quanto stava e sta accadendo”. Lo ha detto il vice segretario Anci Stefania Dota in un passaggio del suo intervento al seminario Anci “Il nuovo Codice degli appalti: cosa cambia per i Comuni” svoltosi questa mattina presso la sede dell’Associazione che ha moderato.
Il vice segretario generale ha poi segnalato al pubblico dei tecnici presenti, le maggiori criticità espresse dai Comuni in tema di nuovo Codice appalti. “Le criticità – ha detto – sono diverse e vanno dalla preoccupazione da parte dei Comuni non capoluogo di ciò che  avrebbero dovuto fare in fase transitoria a quali sono oggi le difficoltà rispetto ad una norma che qualifica di diritto tutti i soggetti aggregatori regionali, qualificando le Città metropolitane solo quando hanno competenza in ambito regionale, ovvero per le sole 5 categorie del Dpcm che entrerà in vigore il 9 agosto mentre per le altre restano in attesa di qualificazione; o ancora, le preoccupazioni legate all’applicazione dei nuovi criteri per le offerte basse”.
Ci sono, insomma, “punti di caduta molto complessi – ha detto Dota – che da parte nostra hanno visto una risposta univoca con le indicazioni dettate dal Ministero proprio per non creare allarmismo sul territorio”.
Dota ha poi posto l’accento sulla necessità, da parte di tutti i soggetti interessati, di monitorare con attenzione quanto sta avvenendo evitando di voler chiudere il piano ordinamentale in maniera troppo stringente per eccesso rispetto della direttiva perché “se oggi introduciamo ulteriori elementi che vanificano il percorso avviato da anni rischiamo sostanzialmente che alcuni Comuni non siano qualificati per l’intero processo”.
“E’ vero che condividiamo i principi del nuovo Codice appalti – ha sottolineato Dota – ma è altrettanto vero che le realtà delle amministrazioni locali sono tante e complesse e hanno avviato da anni processi di aggregazione di cui oggi non possiamo non tener conto”. (fdm)