- Gennaio 14, 2015
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Nove anni di dialogo, stima e fiducia con l’Anci e tutti i sindaci italiani
Due partecipazioni alle assemblee annuali Anci che hanno lasciato il segno (la XXX a Firenze nell&rs...
Due partecipazioni alle assemblee annuali Anci che hanno lasciato il segno (la XXX a Firenze nell’ottobre 2013, e la XXVII a Padova nel novembre 2010) ed un continuo dialogo, costruito su attenzione e stima reciproca, hanno fatto del presidente della Repubblica uscente un punto di riferimento sicuro per l’Associazione e i Comuni italiani. E’ questo il rapporto che si è costruito nei nove anni di presidenza della Repubblica tra Giorgio Napolitano, l’Anci, i presidenti che si sono succeduti in via dei Prefetti (Leonardo Domenici, Sergio Chiamparino, Graziano Delrio e Piero Fassino) e tutti i sindaci italiani. Ai quali il capo dello Stato uscente è stato molto vicino anche fisicamente, in virtù delle numerose visite a città e Comuni che hanno contraddistinto i suoi due mandati presidenziali.
Nei suoi interventi, a Firenze e Padova ma anche nei messaggi inviati alle altre assemblee associative, Napolitano ha sempre sottolineato la necessità di varare riforme che partissero dai territori, e ricordato la necessità di un cambiamento nel segno di un federalismo vero.
A Firenze Napolitano si rivolse alla platea di amministratori in modo diretto e sentito: “Faccio appello, cari sindaci, al vostro apporto, fondato sulla vostra esperienza di governo, sul vostro rapporto con i cittadini e sulla vostra visione dell’interesse nazionale”. “Delle riforme istituzionali e costituzionali, aggiunse, non se ne può più discutere a vuoto. Non ci si può più girare attorno”.
Alla Fiera di Padova, nei giorni successivi all’alluvione che aveva messo in ginocchio un’intera regione, il Capo dello Stato non lesinò parole di apprezzamento ai sindaci: “Vi ringrazio per il contributo che date e che darete, ne sono convinto, ad uno sviluppo nuovo della nostra società e del nostro Paese nel segno della solidarietà e dell’unità, nel segno delle diversità e delle autonomie, come richiedono le riforme anche del nostro assetto istituzionale”.
In questi nove anni, l’inquilino del Quirinale non ha mai fatto mancare il suo ascolto attento alle richieste dei Comuni, sia in occasione dei delicati passaggi negoziali con i diversi governi sul fronte della definizione delle leggi finanziarie, che sui numerosi temi cari all’agenda delle autonomie.
Lo confermano i molti colloqui che il Colle ha concesso a delegazioni di sindaci in questi anni (ottobre 2009, giugno 2010 e novembre 2011), ricevendo sempre la giusta attenzione e comprensione; mentre nel gennaio 2011 Napolitano ha accolto anche una delegazione degli amministratori Anci under 35.
E soprattutto l’incontro che si è tenuto nel dicembre 2012, con un direttivo svoltosi in Campidoglio, che ha segnato una tappa decisiva nei rapporti tra Capo dello Stato e Comuni. Replicando ad alcuni sindaci che si erano detti pronti a consegnare la fascia tricolore per protesta contro i tagli del governo, Napolitano rivolse un’esortazione forte: “Non fate gesti impulsivi, tenetevi attaccata la fascia tricolore". Lo stesso presidente non mancò di fare sentire la sua voce contro la ‘logica dei tagli lineari’, riconoscendo le buone ragioni dei Comuni, che però dovevano restare nell’alveo del dialogo istituzionale.
Un dialogo che aveva avuto un altro momento topico con le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia nel marzo 2011. Giorgio Napolitano aprì la due giorni di inaugurazione del calendario di eventi a Torino partecipando alla riunione straordinaria del Consiglio nazionale dell’Anci, in un Teatro Regio brulicante di fasce tricolori. (gp)