- Febbraio 15, 2023
Storia in Comune
Montecassino, 79 anni dopo. Salera (sindaco Cassino): “Che rimanga simbolo di speranza e rinascita”
Il 15 febbraio del 1944 iniziò il bombardamento dell’Abbazia in cui rimasero uccisi circa 250 civili
“Compito degli amministratori coltivare la memoria e mantenere vivo il ricordo di quella tragedia, una battaglia di interesse storico sovranazionale”. Così il sindaco cassinate Enzo Salera: “era il 15 febbraio del 1944, le prime fortezze volanti cominciarono a sganciare bombe esplosive incendiarie fino a ridurre l’Abbazia, monumento d’arte, centro di spiritualità e cultura, ad un cumulo di macerie informi. Rimasero uccisi circa 250 civili, si sentivano sicuri dentro le mura di quel luogo sacro e si erano rifugiati nella disperata ricerca di protezione, convinti che mai l’Abbazia sarebbe stata toccata dalla guerra.
Stessa sorte quella riservata alla città di Cassino, rasa al suolo con un bombardamento a tappeto – sottolinea Salera -. Per sette ore 500 bombardieri, medi e pesanti, sganciarono oltre un migliaio di tonnellate di bombe, alcune caddero anche nei settori dei soldati alleati, provocando morti e feriti. Molti i profughi e gli orfani che trovarono accoglienza e conforto nella solidarietà italica e negli aiuti internazionali.
Al rientro nella città distrutta, quando tutto era un cumulo di macerie, gli sfollati che avevano trovato alloggio nelle baracche svizzere, o riparo in campagna, nei resti delle loro case, chiesero alle autorità del tempo, e prima di ogni cosa, la ricostruzione dell’Abbazia, Com’era e dov’era”.
E il sindaco precisa: “Ogni anno viviamo l’anniversario non come uno stanco rituale, ma con partecipazione profonda e sincera, in sintonia con il sentire dei nostri concittadini. Abbiamo il dovere di continuare ad ascoltare i racconti di tanti che quella tragedia la vissero da vicino, ne furono testimoni e vittime, e ci dicono io c’ero, io ho visto, io vi racconto. Un ricordo non può dissolversi nel vento, ma viene rinnovato da chi ha il compito di trasmetterlo ai giovani, nella speranza del domani. È nostro dovere ricordare ciò che è stato, perché non possa ripetersi, e impegnarci nella incessante ricerca della pace”.