- Agosto 2, 2016
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Minori stranieri non accompagnati – QEL SOle24Ore, l’accoglienza verso una governance di sistema
di Monia Giovannetti (*) Da oltre un decennio An...di Monia Giovannetti (*)
Da oltre un decennio Anci – Cittalia promuove un’indagine nazionale che coinvolge a cadenza biennale tutti i Comuni italiani sull’entità numerica e sulle politiche di protezione e tutela attivate nei confronti dei minori stranieri non accompagnati. Lo studio «I Comuni e le politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati» presentato a Roma il 27 luglio, fa il punto sulla particolare condizione dei minori soli in Italia nel corso del decennio 2004-2014 focalizzando l’attenzione sui percorsi di integrazione che riguardano la fase di prima e seconda accoglienza, nonché sui minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo.
Distribuzione territoriale dei minori presi in carico
Dal 2011 è cresciuto in maniera esponenziale il numero di minori soli nei Comuni comportando l’attivazione di interventi, attività e servizi in favore di oltre 13mila minori stranieri non accompagnati nel 2014.
L’85% dei minori stranieri non accompagnati, proveniente soprattutto da Egitto, Bangladesh, Gambia e Albania, è stato contattato e/o preso in carico da 87 Comuni in tutta Italia mentre il Comune con il maggior numero di minori soli risulta Roma con 1.960 accolti, sebbene registri un calo del 33,8% rispetto al 2012. Seguono quindi le maggiori città della Sicilia e Calabria, nell’ordine Reggio Calabria (695), Palermo (557), Messina (556) e Catania (532). La regione invece con il numero più elevato di minori soli contattati o presi in carico è la Sicilia con gli oltre 3.100 accolti, al secondo posto troviamo il Lazio (2.241 Msna, pari al 16,6%), mentre al terzo posto la Calabria che ospita 1.470 minori senza famiglia. Queste tre regioni insieme superano di poco il 50% dei minori stranieri non accompagnati contattati o presi in carico in Italia, mostrando come il fenomeno sia maggiormente distribuito su tutto il territorio italiano.
Tra i minori presi in carico si registra anche una quota sempre più significativa di minori richiedenti protezione internazionale che si teme possano subire persecuzioni nel paese d’origine per motivi di razza, religione, nazionalità o per opinioni politiche. Nel biennio 2013-2014 si è registrato un incremento, sia in termini quantitativi passando da 1.205 a 3.171, sia per quanto riguarda l’incidenza di questo segmento sul totale dei minori presi in carico dai servizi sociali (12,5% nel 2013 e 23,4% nel 2014).
Minori accolti nelle strutture di accoglienza
Il 68,2% dei minori non accompagnati presi in carico è stato accolto in strutture di prima/pronta accoglienza: i minori collocati in accoglienza sono stati 9.229 nel 2014 facendo registrare un incremento del 43,2% rispetto all’anno precedente. In base alla distribuzione dei minori nelle diverse regioni, nel corso del 2014 i Comuni della Sicilia (20,9%), della Calabria (14%) e del Lazio (18,4%), hanno accolto in prima/pronta accoglienza oltre la metà (53,3%) del totale dei minori stranieri non accompagnati.
Mentre il numero dei minori complessivamente accolti in strutture di seconda accoglienza, ovvero quelli passati dalla prima alla seconda accoglienza sommati a quelli già presenti in seconda, dal 2011 risultano in costante crescita con un netto aumento nel 2013 (+31,7%) quando sono giunti a 5.506 e nel 2014 quando si raggiunge quota 8.448 minori (+53,4%).
Servizi e interventi di tutela e assistenza
L’ultima parte del Rapporto è dedicata all’analisi degli interventi e dei servizi attivati a livello locale per l’assistenza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati nonché alla spesa sostenuta dai Comuni.
Gli interventi più frequenti in materia di assistenza e protezione predisposti a tutela dei minori soli accolti indicati dai Comuni sono risultati i colloqui con i minori (11,3%), il collocamento del minore in un luogo sicuro (10,7%), la richiesta di apertura della tutela a favore del minore (10,1%), la segnalazione alla Procura (9,6%), l’iscrizione al Sevizio sanitario nazionale (9,3%) e la richiesta del permesso di soggiorno (9,3%). La somma degli interventi afferenti a queste sei tipologie corrisponde ad oltre il 60% degli interventi realizzati complessivamente nell’ultimo biennio.
Rispetto invece alla spesa complessiva sostenuta dai Comuni nell’arco del 2014 per i servizi e gli interventi rivolti ai minori soli risulta essere, per quasi il 45% degli enti locali, sotto ai 50mila euro. Mentre, sempre in riferimento al 2014, il costo medio giornaliero sostenuto per l’inserimento di un minore straniero non accompagnato è, di media, pari a 81,5 euro in prima/pronta accoglienza e 75,8 euro in seconda accoglienza.
Verso una governance di sistema
La legge 328 del 2000 stabilisce che siano gli enti locali a fornire piena assistenza a tutti i minori, e quindi anche ai minori stranieri non accompagnati, ai quali si applicano, per analogia, le norme generalmente destinate alla protezione dei minori in difficoltà (in stato di abbandono, allontanati dalle famiglie, vittime di abuso). I Comuni si sono ritrovati, in questi ultimi quindici anni, a gestire una realtà complessa che ha richiesto di ripensare il proprio sistema di welfare. Con tale consapevolezza l’Anci ha negli anni rappresentato alle istituzioni centrali l’urgenza che il tema dell’accoglienza dei minori soli fosse affrontato in un quadro di interventi ordinari e stabili a sostegno dei Comuni coinvolti, uscendo definitivamente da una logica di tipo emergenziale.
Con il Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati approvato in Conferenza Unificata il 10 luglio 2014 si è inaugurato dunque un nuovo approccio per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, attribuendo al ministero dell’Interno la responsabilità dell’organizzazione della loro accoglienza, superando il precedente regime che distingueva i minori non accompagnati richiedenti asilo dai non richiedenti asilo.
In particolare, con l’Intesa sancita in Conferenza Unificata, si è ribadita la necessità di ricondurre a una governance di sistema la presa in carico dei Msna, impegnando il ministero dell’Interno ad aumentare la capienza dei posti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), per garantire l’accoglienza di tutti i minori, richiedenti asilo e non e a predisporre procedure finalizzate all’immediata accoglienza degli stessi attraverso l’attivazione di strutture governative ad alta specializzazione dedicate alla primissima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
Attualmente, seppure il sistema di accoglienza sia oramai stato delineato (sia nell’Intesa del 2014 sia nel Dlgs n. 142 del 2015), il percorso di accoglienza risulta ancora non completamente definito. Al fine di giungere effettivamente a un sistema di accoglienza e integrazione strutturato, gli aspetti per i quali appaiono più urgenti interventi pubblici correttivi riguardano: 1) l’aumento di posti nelle reti strutturate di prima e di seconda accoglienza; 2) la rapida e corretta identificazione e accertamento dell’età nel rispetto dei diritti fondamentali del minore; 3) il riconoscimento, laddove è necessario in considerazione di particolare vulnerabilità, quote di contributo statale superiore ai 45 euro; 4) l’evitare la creazione di circuiti speciali di accoglienza dedicati esclusivamente ai minori stranieri non accompagnati; 5) ridurre i tempi di nomina del tutore e di rilascio del permesso di soggiorno; e infine 6) derogare al blocco del turn over al 25% del personale per i Comuni che accolgono i minori stranieri non accompagnati nell’ambito dello Sprar.
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(*) Unità Studi, ricerche e sviluppo progetti di Cittalia – Anci