- Dicembre 12, 2017
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Minacce a sindaco Pesaro – Ricci: “Sto solo facendo mio dovere, basta ambiguità con gruppi fascisti fuori Costituzione”
“Muori”; “Taci omino da 4 soldi, le ore son contate”. Prima erano solo ins...“Muori”; “Taci omino da 4 soldi, le ore son contate”. Prima erano solo insulti, “ora dalla provocazione siamo passati alle minacce, e ho segnalato i post alla Questura”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e vice presidente nazionale di Anci, è da tempo contestato da militanti dell’ultra destra (quando era presidente della Provincia Forza Nuova sfilò sotto le finestre del suo studio), ma l’aver negato a CasaPound una sala pubblica per la presentazione del libro di un disabile l’ha trasformato in un bersaglio di odio sui social.
Da qualche giorno la sua bacheca Facebook pullula di messaggi violenti. Al punto che la Questura ha deciso di assegnargli un servizio di scorta, come lo stesso primo cittadino ha annunciato ieri in Consiglio comunale.
“Non sono preoccupato, sto solo facendo il mio dovere di sindaco” ha dichiarato all’Ansa Ricci che però coglie l’occasione per riproporre un tema già sollevato in vari interventi pubblici e in una lettera inviata nei giorni scorsi al ministro Minniti.
“C’è troppa ambiguità giuridica nell’atteggiamento delle istituzioni rispetto a gruppi come CasaPound o Fn. Gli statuti di queste formazioni consentono loro di presentarsi alle elezioni, ma la pratica quotidiana è improntata ai disvalori dell’intolleranza, del razzismo, della xenofobia. Non riconoscono la Costituzione fondata sull’antifascismo. Se il fascismo è reato, non possiamo da una parte condannare questi movimenti e dall’altra riconoscerli”.
“So che il ministro dell’Interno e quello della Giustizia stanno lavorando per sciogliere questa contraddizione”, anche se certo, ammette il sindaco, “c’è anche un problema di cultura del Paese. Dobbiamo impegnarci per affermare i valori dell’uguaglianza, della libertà e della tolleranza”.
Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro invia "un abbraccio all’amico e collega Matteo". "Essere sotto protezione da parte delle forze di polizia per un sindaco è un controsenso – sottolinea Decaro – perché la nostra condizione naturale è stare in mezzo ai nostri cittadini, dove pulsa la vita delle nostre comunità. Tuttavia a quegli stessi cittadini dobbiamo prudenza. E in certi dolorosi momenti, come quello che sta vivendo il sindaco di Pesaro, prudenza significa farsi proteggere da gesti inconsulti di esaltati e violenti". (com/gp)