- Gennaio 4, 2017
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Migranti – Biffoni a GrParlamento: “Il modello è l’accoglienza diffusa Sprar, accordo con Viminale assicura equa distribuzione”
“Quanto accaduto a Cona è la prova provata che, dopo le prime fasi dell’accoglien...“Quanto accaduto a Cona è la prova provata che, dopo le prime fasi dell’accoglienza, ci si deve dotare di strumenti mirati per gestire in modo ordinato flussi migratori che non sono emergenziali. Siamo di fronte ad un fenomeno che il New York Times stima durerà almeno 20 anni, ed al netto degli accordi Ue di redistribuzione o con i paesi di origine, si deve ripartire dall’accoglienza diffusa dello Sprar che ha ben funzionato”. Lo ha detto Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci alle politiche per l’immigrazione intervenuto a Gr Parlamento sulla protesta dei migranti nel centro di accoglienza in provincia di Venezia.
Biffoni, dopo aver descritto gli aspetti positivi dello Sprar, incentrato sulla progettualità degli enti locali supportati dai soggetti del terzo settore sia cattolico che associativo, ha sottolineato il valore aggiunto dell’accordo firmato tra l’Anci e Viminale. “Alla base c’è il patto che il ministero, a fronte dell’impegno nella rete Sprar, darà ai Comuni numeri certi sulle persone da ospitare, consentendo di gestire al meglio l’accoglienza. Non potranno essere più di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti e questo – spiega Biffoni – consentirà di ‘spalmare’ in modo accettabile l’accoglienza su tutti i territori, anche se sono previste esenzioni per i comuni terremotati, per quelli sotto i 2000 abitanti ed un occhio riguardo per le aree metropolitane”.
Quanto ai criteri di adesione al piano di redistribuzione, il delegato Anci si è detto convinto che “l’adesione volontaria è il modo migliore per assicurarne il funzionamento lasciando la decisione in mano ai sindaci. Loro sanno bene dei vantaggi che possono ottenere da un sistema organizzato e razionale come lo Sprar, altrimenti unica possibilità è quella del canale di accoglienza prefettizio”.
Il sindaco di Prato ha anche evidenziato i benefici dell’accoglienza in una rete di piccoli alloggi diffusa sul territorio. “E’ il modello ‘toscano’, cosa ben diversa dalle grandi strutture, tipo le ex caserme, che possono creare problemi di ‘ghettizzazione’ degli immigrati come dimostrano Cona e Bagnoli Veneto. Un sistema dai piccoli numeri – ha spiegato Biffoni – consente un migliore inserimento nel tessuto sociale ed una gestione complessiva con meno spigoli”.
Infine, il sindaco di Prato ha posto l’accento sulla necessità che le strutture di accoglienza siano ‘governate’ da personale preparato e professionale. “Chiediamo una sorta di black list per chi non assicura agli immigrati i servizi che si impegna a garantire. Queste persone vanno allontanate e bandite dal sistema, mentre vanno valorizzati coloro che lavorano in modo competente rendendosi anche utili alla tutela del territorio”, ha concluso Biffoni. (gp)