• Ottobre 7, 2014
di anci_admin

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Matrimoni gay – I commenti dei sindaci di Grosseto, Bologna, Udine, Sesto Fiorentino, Empoli, Chieti, Roma, Cagliari, Palermo, Rimini alla circolare del ministro Alfano

Ha suscitato molti commenti e reazioni da parte dei sindaci l’annuncio del ministro dell'I...

Ha suscitato molti commenti e reazioni da parte dei sindaci l’annuncio del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di una circolare ai prefetti perché rivolgano un invito formale al ritiro ed alla cancellazione delle trascrizioni di nozze gay contratte all’estero.
E’ una decisione che “mi lascia abbastanza perplesso, non tanto per il merito della questione quanto perché è in aperto contrasto con una sentenza della magistratura", afferma Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto, il primo Comune dove lo scorso 14 aprile gli uffici dello stato civile hanno registrato, su disposizione del Tribunale, l’atto di matrimonio di una coppia gay celebrato negli Stati Uniti.
“Il giudice ha chiaramente ordinato al Comune di Grosseto di trascrivere l’atto di matrimonio celebrato all’estero – spiega Bonifazi – e certo non possiamo contravvenire a questa sentenza della magistratura. Ritengo quindi che l’annunciata circolare del ministro Alfano, invece di fare chiarezza in una materia non normata dal Parlamento e dalle leggi italiane, crei ulteriori difficoltà ai Comuni, che materialmente si trovano a dover gestire casi di questo genere in un quadro normativo incerto e contraddittorio".
Più netta la reazione del sindaco di Bologna Virginio Merola: “Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco".
Per il primo cittadino felsineo "rispondere con circolari a questioni che riguardano la vita concreta di tante persone non è solo burocratico, ma è anche tragicomico. Nessun motivo di ordine pubblico impedisce la trascrizione". "Leggeremo la loro stupida circolare – conclude Merola – annulleranno l’atto, non sarò certamente io a farlo e si assumeranno le loro responsabilità".
Di parere opposto il il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, delegato Anci alle politiche per il Personale. "Io rispetto la legge. Il ministro Alfano ha preso la decisione giusta. I sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali, con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione", afferma Di Primio. Che aggiunge: “Condivido la ratio del provvedimento anche se a Chieti non ce ne sara’ comunque bisogno. I matrimoni sono tra un uomo e una donna, come prevede la nostra Costituzione. Altra cosa – sottolinea ancora il sindaco teatino – è il riconoscimento dei diritti civili alle coppie omosessuali. Tema che merita certo un approfondimento, ma sempre in ambito privatistico, e la cui competenza e’ parlamentare.
Secondo Furio Honsell, sindaco di Udine, “’una circolare non può risolvere in modo amministrativo, burocratico, una questione che implica valori e diritti’. Il Comune di Udine ha trascritto di recente uno di questi matrimoni tra due donne, “sulla base di considerazioni che derivano dal diritto internazionale privato”, argomenta Honsell.
Il sindaco aggiunge anche che “non c’è nulla nella nostra Costituzione che lo proibisca” e che “la legge italiana è abbastanza curiosa: se uno cambia sesso può sposarsi, se invece si trascrive un matrimonio come ho fatto io no non va bene”.
"Ribadisco la necessità di uno stato laico, capace di garantire i diritti civili, senza fare cittadini di serie A o di serie B", ha affermato il sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti, che è anche presidente di Anci Toscana.
"Noi ci adegueremo alla normativa dello Stato, ma voglio sottolineare il valore dei diritti civili che sono molto sentiti dalla popolazione", ha osservato Biagiotti ricordando che le normative devono garantire la laicità dello Stato e il rispetto dei diritti come previsto anche dalla Carta europea.  "L’Italia – ha aggiunto il sindaco di Sesto Fiorentino – è in ritardo anche contro l’omofobia e nel favorire l’integrazione".
"Posso solo ribadire che la mia volontà non è quella di oppormi alla legge bensì di sottolineare come nel nostro Paese sussista su questa materia una mancanza di chiarezza normativa che non può più essere sottovalutata", commenta il sindaco di Empoli, Brenda Barnini. Che precisa: “Io resisto, nel momento in cui vorrà il prefetto potrà immediatamente revocare il mio decreto visto che in materia di anagrafe e stato civile è a me sovraordinato. Intanto però mi auguro che questo momento di conflittualità tra alcuni Comuni e il Ministero serva a far ripartire velocemente l’azione legislativa del Parlamento".
La Giunta del Comune di Napoli ha annunciato, in una nota, il ricorso contro la circolare emessa dal Viminale per annullare i matrimoni gay. "La decisione annunciata oggi dal ministro dell’Interno Alfano, ovvero l’imminente invio di una circolare con cui si procede a cancellare tutte le trascrizioni, non solo viene da noi stigmatizzata, perché – si legge nel comunicato – contraria al rincipio costituzionale dell’uguaglianza dei diritti, ma sarà al centro di un nostro ricorso nelle sedi giudiziarie competenti".
"Chi cerca oggi una conflittualità sull’amore vive probabilmente nel secolo sbagliato. Ritengo che una discussione di questo tipo sulle unioni civili nel 2014 rifletta sentimenti, visioni del ‘900, del secolo passato. Penso che oggi chi si ama debba avere la possibilità di vedere riconosciuto il proprio amore e i propri sentimenti". E’ il commento del sindaco di Roma, Ignazio Marino.
“Con tutti i problemi che ha l’Italia è al quanto strano che il ministro Alfano trovi il tempo per eliminare i diritti invece di pensare a come ridurre le tasse”. Lo afferma il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, in merito alle dichiarazioni del ministro degli Interni Angelino Alfano sulle trascrizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero. “Pensi ad altro – prosegue Zedda -, ad esempio a come far evitare al Paese nuove censure e nuove sanzioni economiche in tema di diritti da parte   dell’Europa”.
"Una circolare ministeriale non può annullare la tutela dei diritti umani, universalmente riconosciuti, né disattendere il principio di non-discriminazione che deve essere alla base di tutte le scelte della pubblica amministrazione". E’ l’opinione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
Infine, il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, in una nota sostiene che "invece di costringere i sindaci a ‘disubbidire’, invece di costringere le persone all’ennesimo,mortificante circo polemico, sarebbe bene che chi ha responsabilità ‘legiferante’ pensasse semmai ad adeguare il nostro paese agli standar europei. Nel frattempo, come sindaco di una comunità aperta e rispettosa delle persone, dico che porteremo rapidamente il tema del registro all’attenzione della giunta e del consiglio comunale. (gp/ef/fdm)