• Marzo 10, 2015
di anci_admin

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Matrimoni gay – Cassese alla ‘Stampa’: “Confusione è figlia di mancanza legge dopo sentenza Consulta del 2010”

"Il contrapporsi tra parti opposte è del tutto fisiologico, le norme vanno fissate dal P...

"Il contrapporsi tra parti opposte è del tutto fisiologico, le norme vanno fissate dal Parlamento. L’auspicio era contenuto nell’ultima parte della sentenza della Corte costituzionale, rimasto purtroppo sospeso. Negli ultimi cinque anni, nonostante le tante discussioni, il Parlamento non ha risolto la questione". Lo afferma l’ex giudice della Consulta Sabino Cassese in un’intervista alla Stampa.
"La sentenza della Corte Costituzionale del 2010 ha messo due punti fermi e aperto un problema. Gli elementi certi sono che la Corte costituzionale non riconosce il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ciò nonostante sancisce comunque una condizione assai importante perché riconosce la ‘forma sociale’ di tali coppie, rimandando però al legislatore il compito di regolarizzare tali forme sociali", spiega Cassese, secondo cui "la parola ‘matrimonio’ è una forma di estremismo nominalistico" e quel che conta è "la sostanza".
 D’accordo sulla necessità di colmare il vuoto legislativo è la costituzionalista Barbara Pezzini, intervistata dal Corriere della Sera. "La battaglia politica dei sindaci ha il merito di testimoniare il grave ritardo della politica nazionale sulla tutela delle coppie gay, ma forza il ruolo in virtù del quale agiscono: come responsabili dell’anagrafe, infatti, non sono rappresentanti politici della comunità locale, ma ufficiali del governo", osserva. "Da questo punto di vista la soluzione non può essere cercata nella loro battaglia, anche perché non si può immaginare uno stato civile a macchia di leopardo. La cosa migliore è che tutto questo richiami alle loro responsabilità il ministro dell’Interno e il legislatore". (com/gp)