• Gennaio 6, 2023
di Francesca Romagnoli

Storia in Comune

Maria Montessori. Costantini (sindaco Chiaravalle): “Casa Bambini rivoluzionario modello educativo”

La cittadina marchigiana 152 anni fa ha dato i natali alla grande pedagogista “in un appartamento che, dopo il recente intervento di riqualificazione, è oggi uno degli spazi museali più visitati e apprezzati del territorio marchigiano”.
Maria Montessori. Costantini (sindaco Chiaravalle): “Casa Bambini rivoluzionario modello educativo”

“Maria Montessori, protagonista assoluta nello scenario pedagogico, scientifico e filosofico del Novecento”. Così Damiano Costantini, sindaco di Chiaravalle, la cittadina che 152 anni fa ha dato i natali a Maria Montessori “in un appartamento che, dopo il recente intervento di riqualificazione, è oggi uno degli spazi museali più visitati e apprezzati del territorio marchigiano”.
E’ stata una figura fondamentale tanto nell’emancipazione femminile, si impegnò per la parità salariale e il suffragio universale, quanto nel rivoluzionare la pedagogia contemporanea, estendendo a tutto l’universo infantile le scoperte fatte con i bambini disabili.
“Era il 6 gennaio 1907 quando a Roma, nel quartiere San Lorenzo, inaugurò la prima Casa dei Bambini nel quadro di un progetto di risanamento di una zona degradata della Capitale: un modello educativo destinato ad espandersi in tutto il mondo, tanto che oggi si contano migliaia di Case dei Bambini in ogni continente”.
L’idea centrale della pedagogia montessoriana è che ciascun bambino possiede un potenziale unico e deve essere accompagnato nella crescita così da potersi esprimere liberamente. Per consentire lo sviluppo delle sue abilità, fondò il suo metodo su tre nuclei: la preparazione scientifica dell’ambiente educativo; l’uso di specifico materiale interessante e stimolante; il ricorso a tecniche di apprendimento rispettose dell’individualità. In sostanza il vero motore dell’apprendimento è la naturale curiosità dei bambini unita alle loro prodigiose capacità autoeducative.
Il sindaco Costantini parla di Montessori come di “una figura unica per la lungimiranza dello sguardo e del pensiero, per la capacità di intrecciare la propria esistenza con la storia contemporanea, per lo spessore del legame mantenuto con la terra d’origine, per la svolta impressa a livello mondiale nella considerazione e nella formazione del bambino così come nel delinearsi di una nuova visione dell’essere umano”.
Pur avendo lasciato Chiaravalle ad appena tre anni, mantenne un legame intenso e relazioni stabili con la città natale, fino all’ultima visita nel 1950 quando, al culmine del successo internazionale, volle incontrare la comunità chiaravallese quasi per chiudere ad anello la sua vita. “Adesso sono contenta – disse al figlio Mario – anche se muoio ho rivisto il mio paese”.
Dopo le tante abitazioni reali e simboliche che dall’Italia alla Spagna, dai Paesi Bassi agli Stati Uniti, dall’India ad altri Paesi hanno accolto la sua esistenza cosmopolita, fu nella casa di vacanza a Noordwijk aan Zee, in Olanda, che il 6 maggio 1952 Maria Montessori chiuse per sempre gli occhi mentre stava progettando un nuovo viaggio, stavolta in Ghana. Sulla sua tomba è scritto “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.