• Settembre 25, 2025
di Redazione Anci

Comuni

Manfredi: “Il sindaco parli con tutti i cittadini. Solo così le città saranno più giuste”

Dalla rigenerazione urbana all'inclusione sociale, il ruolo dell''amministratore locale per politiche pubbliche efficaci e città giuste, sostenibili e inclusive. L’intervento integrale del presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, pubblicato sul Domani di oggi
Manfredi: “Il sindaco parli con tutti i cittadini. Solo così le città saranno più giuste”

Pubblichiamo l’intervento integrale del presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, pubblicato sul Domani di oggi.

Ho letto con grande interesse l’intervento di Massimiliano Tarantino, direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, estratto dal libro Città possibile e da voi pubblicato: pone quesiti centrali sul tema della trasformazione urbana, perché da essa dipende la crescita del nostro paese da coniugare con una sempre più necessaria inclusione sociale. Ci si chiede, innanzitutto, se la politica dei piccoli passi possa produrre cambiamenti radicali o se sia necessaria una rottura improvvisa e fragorosa. È la domanda che si pone ogni giorno un sindaco. Non credo a risposte univoche, quanto piuttosto a una visione di metodo. Ritengo, infatti, che sia doveroso, in primis, ascoltare le esigenze delle persone, partire dai loro bisogni, in modo da elaborare e quindi poi realizzare politiche pubbliche il più possibile condivise con le rispettive comunità. È il lavoro che è chiamato a fare, ogni giorno con grande fatica, un amministratore. Possibilmente esibendo fatti concreti, senza rincorrere la demagogia, dannosa e fuorviante. È bene essere chiari con i cittadini per poi chiederne una collaborazione fattiva: non esistono miracoli laici, ma soltanto percorsi da compiere insieme per poter innescare i necessari cambiamenti.

Rigenerazione urbana
In tale ottica, il tema della rigenerazione urbana è dunque dirimente nell’agenda delle amministrazioni, locali e nazionali. Analizzando i bisogni, cambiano le priorità e ne derivano le azioni politiche. Una buona amministrazione, con la volontà di dotarsi di una programmazione di medio-lungo periodo, può e deve intercettare questi elementi per elaborare una strategia concreta per le città. Da circa un decennio, le grandi realtà urbane vivono un cambiamento profondo che fa registrare squilibri significativi e disuguaglianze marcate. Tra un quartiere e l’altro, intendiamoci, a testimonianza che non esistono ricette buone in generale se non calate adeguatamente nello specifico contesto. Per questo motivo, le città sono diventate un laboratorio sperimentale, specchio dei problemi da affrontare sul piano nazionale. Politiche per la casa, lotta alla povertà e all’emarginazione, opportunità per le giovani generazioni, tra i temi che partono nelle nostre città e arrivano alle istituzioni nazionali.

La strada del cambiamento
Ci sono esempi virtuosi che indicano la strada del cambiamento. Il Pnrr ha fornito un contributo molto importante in termini di risorse e investimenti e ha consentito, soprattutto agli enti locali, di avviare progetti di grande portata e di notevole impatto. La gestione trasparente delle risorse e l’efficienza amministrativa hanno poi generato, nel Mezzogiorno, performance di livello, diventando in molti casi un modello da seguire. Com’è potuto accadere? Grazie al protagonismo dei comuni che hanno un rapporto diretto con i cittadini e sono quindi l’interfaccia più indicato: hanno intercettato le priorità del territorio e hanno dimostrato di saper spendere i soldi pubblici. Il tema delle risorse è naturalmente essenziale, soprattutto per gli enti che, con il solo bilancio, non riuscirebbero a fronteggiare la conclusione di progetti imponenti che, di conseguenza, necessiterebbero di un supporto aggiuntivo. E la scadenza del Pnrr ci metterà dinanzi ad un bivio: continuare a investire in progetti di rigenerazione trovando nuove fonti di finanziamento oppure rischiare di creare cattedrali nel deserto? Domanda retorica. L’unica certezza è che i sindaci, tra mille difficoltà finanziarie e vincoli normativi, sono chiamati a produrre sforzi spesso superiori alle specifiche competenze. Eppure, tali sforzi vanno perseguiti con coraggio.

La questione sociale
La rigenerazione urbana si interseca con la questione sociale, motivo per cui l’interlocuzione costante con il territorio è un elemento imprescindibile di un’agenda realmente rispondente ai bisogni delle persone. È quello che abbiamo fatto in ogni fase dei progetti di rigenerazione urbana attualmente in corso nel comune di Napoli. Questi progetti puntano a migliorare le condizioni abitative di alcuni specifici contesti, ciascuno con le proprie necessità. Un esempio è ReStart Scampia, un’iniziativa che promuove una trasformazione radicale e, oltre l’abbattimento di due delle tre Vele e la riqualificazione della Vela Celeste, la costruzione di alloggi autosufficienti dal punto di vista energetico. Affrontare l’emergenza abitativa significa raccogliere le esigenze degli abitanti del quartiere e immaginare con loro soluzioni che migliorino la vivibilità generale degli spazi. Per questo motivo, agli alloggi si accompagnano spazi comuni, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, come orti sociali, un parco pubblico di quartiere, spazi multifunzionali destinati al confronto, al co-working, a una migliore gestione delle attività. Un’iniziativa similare, in ogni caso ispirata ai medesimi principi, riguarda Taverna del Ferro e i Bipiani di Ponticelli. Nel primo caso, la trasformazione elimina le stecche esistenti e costruisce nuovi alloggi qualitativamente migliori, oltre a spazi comuni per la vita di quartiere. Anche in questo caso, l’interlocuzione con il territorio è stata fondamentale per portare avanti un progetto che, passo dopo passo, fosse in grado di raccogliere i bisogni e di fornire soluzioni efficaci. Nel secondo caso, si procede nel segno della demolizione dei prefabbricati e nella costruzione di nuovi alloggi, una soluzione che prevede, anche a Ponticelli, un restyling dell’intero quartiere, con la creazione di spazi per la vita in comunità. Ognuno di questi tre progetti è incentrato su rigenerazione urbana, sostenibilità ambientale, inclusione e coinvolgimento del territorio.

Pubblico e privato
Un’altra strada percorribile, senza pregiudizi, è la collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato, attraverso partenariati o modelli di cogestione degli spazi. Con regole precise, ognuno può esercitare il proprio ruolo. Nella nostra piazza Garibaldi, la piazza della stazione centrale, da un anno abbiamo avviato un’intensa interlocuzione con attori diversi, quali associazioni, cooperative, enti del terzo settore, privati, per costruire, insieme, un progetto duraturo. In questo modo, abbiamo inteso valorizzare lo spazio pubblico attraverso la partecipazione di tutti coloro che lo attraversano e la programmazione di attività per il quartiere. Questo tipo di collaborazione ci consente di affrontare problemi complessi, comuni alle grandi città, con un approccio in grado di far fronte alle situazioni di marginalità. Un’altra strategia, infine, costituisce un pilastro del modello di rigenerazione urbana che stiamo cercando di implementare: è il partenariato pubblico-privato; si tratta di un tipo di collaborazione che ci consente di avviare, con le realtà private, una progettualità condivisa e rispondente ai bisogni dell’amministrazione e della città. Ciascuna di queste strade, parte di un approccio integrato più ampio, ci permette di creare una base per l’elaborazione di politiche pubbliche realmente orientate al benessere delle comunità e al miglioramento della città. L’esistenza di queste esperienze da noi come altrove e i primi risultati conseguiti ci consentono di affermare che una città più giusta, sostenibile, vivibile e attrattiva – per utilizzare le parole del nostro documento strategico approvato in vista di un processo di consultazione pubblica sul nuovo Piano urbanistico comunale – è possibile. Da qui derivano tutti temi essenziali per un’agenda progressista che guardi al bene dei cittadini e del paese.