- Febbraio 3, 2015
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M.Castelli: “Evitare disagi, esistono alternative”
E’ di questi giorni la notizia che Poste S.p.A. stia recapitando lettere raccomandate che comu...
E’ di questi giorni la notizia che Poste S.p.A. stia recapitando lettere raccomandate che comunicano ai Sindaci l’intenzione di chiudere o di ridurre l’orario di apertura degli uffici postali in numerosi Comuni, in gran parte piccoli e delle aree interne.
“Pur comprendendo la necessità di ottimizzare i costi di gestione della rete degli uffici postali di Poste Spa – ha dichiarato Massimo Castelli, coordinatore nazionale dei piccoli Comuni per l’Anci e sindaco di Cerignale -, non è possibile dimenticare o sottovalutare la funzione fondamentale di presidio che i servizi postali esercitano per gli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale consentendo l’accesso universale a servizi locali essenziali. Principio che vale primariamente per le aree ubicate nei territori più periferici, a scarsa densità abitativa e di minore sviluppo, soggetti ad accentuato isolamento e conseguenti diffusi fenomeni di abbandono da parte delle popolazioni residenti”.
“Con il coinvolgimento e la collaborazione dei Comuni interessati dal piano di razionalizzazione che Poste sta avviando – prosegue Castelli – siamo certi si possano raggiungere ottimi risultati anche da un punto di vista economico, senza per questo aggiungere un disagio insostenibile per le popolazioni locali privandole di un servizio essenziale, forse l’ultimo rimasto in alcuni casi”.
“Per questi motivi- ricorda ancora Castelli – l’Anci aveva siglato già nel 2002 un protocollo d’intesa con Poste, a garanzia dei piccoli Comuni; nell’accordo Poste si impegnava a dar luogo ad un rapporto di collaborazione più stretta con i Comuni per sviluppare una sempre maggiore integrazione tra gli Uffici postali e le Amministrazioni comunali, soprattutto nei centri di minore dimensione demografica, finalizzata al miglioramento della qualità della vita dei cittadini nelle piccole realtà locali e nei Comuni di più ampia dimensione demografica. Inoltre, nel comprensibile sforzo di ottimizzazione della propria presenza territoriale, Poste avrebbe dovuto tenere conto sempre e in ogni caso delle esigenze della clientela, diverse da Comune a Comune, e sviluppare sinergie sempre più efficaci con il sistema dei Comuni, adoperandosi per informare preventivamente i Comuni interessati in merito agli interventi di razionalizzazione della rete degli Uffici postali, al fine di instaurare, ove possibile, un dialogo volto ad individuare le eventuali soluzioni meglio compatibili con i bisogni della popolazione”.
“Riteniamo tuttora valido il senso dell’intesa – dice l’esponente dell’Anci – e chiederemo a Poste innanzitutto un incontro anche di carattere tecnico per conoscere esattamente i numeri e la portata degli interventi annunciati per tutto il territorio nazionale, consapevoli delle possibili alternative che nel recente passato sono state rese possibili anche grazie al fattivo interessamento di Anci e dell’Autorità garante delle comunicazioni”.
“Dovrà inoltre essere affrontato e discusso – conclude Castelli – il tema della permanenza degli uffici postali nei Comuni che hanno già realizzato o che si avviano a realizzare il percorso delle fusioni. Appare evidente come questo percorso di volontaria e profonda trasformazione dell’Ente locale non possa e non debba subire disincentivi per il venir meno di servizi essenziali quali sono quelli propri degli uffici postali che, in particolare nei piccoli Comuni, sono frequentati in gran parte da anziani che già vivono condizioni di oggettiva difficoltà nel raggiungere gli uffici di Poste S.p.A. (com)