• Gennaio 20, 2017
di anci_admin

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Libri – Ricordo di Zigmunt Bauman. Ma “liquido” è bello (o no)?

L’immagine più nota messa in circolazione dal sociologo polacco -  un maestro dell...

L’immagine più nota messa in circolazione dal sociologo polacco –  un maestro della nostra epoca, pieno di saggezza e ironia –  è quella della “modernità liquida” (titolo di un suo saggio del 2000). Una metafora diventata con il tempo   pigro slogan, passepartout, tormentone onnipresente, ecc, ma che nella accezione di Bauman implica una riflessione seria, durata quasi un decennio. Non si tratta che dello sviluppo di un’altra frase, di Marx, che così volle riassumere la modernità. “tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria”. A questo punto occorrerebbe chiedersi: ma questo  è positivo o no, è emancipativo o alienante? Lo stesso Marx ebbe al riguardo alcune oscillazioni. Bene il capitalismo quando dissolve il precedente feudalesimo, con i suoi vincoli e le sue superstizioni, male quando distrugge ogni legame comunitario, presente e futuro. Così Bauman, che suggerisce un uso critico della sua categoria e prevalentemente la maneggia  contro il neoliberismo e l’eccesso di mercato, che portano allo sfarinamento  di ogni comunità, dei partiti, dei sindacati, dello stato, della famiglia, della chiesa, di ogni etica condivisa. Dunque non si pone come sociologo neutrale e neutralmente scientifico, ma nella descrizione della società distingue sempre tra il bene e il male (insegnandoci che la scienza non è avalutativa). Male è appunto la liquidità, mentre bene è la solidità (solidità di un legame di amicizia, di amore, di lavoro). Personalmente aggiungo solo che anche la liquidità è a sua volta un concetto ambivalente. Conserva infatti un significato positivo se mi libera, almeno per un momento, da qualsiasi appartenenza, da qualsiasi “famiglia”, da qualsiasi ingombrante identità ideologica (si pensa da soli, ammoniva la filosofa Hannah Arendt). L’individuo è, fortunatamente solo, almeno in prima battuta: inappartenente, solitario, liquido. Diffiderei di quella politica impegnata ossessivamente a costruire il “legame sociale”. Poi dopo, se lo vorrà, l’individuo può scegliere le appartenenze  e le radici ( e i legami) che preferisce, mescolarle, riadattarle, ricombinarle ecc. (le radici fisse ce le hanno solo gli alberi!)  e insomma può decidere di solidificarsi un po’, moderatamente  (che non vuol dire affatto  irrigidirsi). (fl)