- Febbraio 17, 2017
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Libri – Polis, La mancanza di regole è infelice, intervista a Rossella Milone
Rossella MIlone è nata a Napoli nel 1979, vive e lavora a Roma. Per <a href="https://it....Rossella MIlone è nata a Napoli nel 1979, vive e lavora a Roma. Per Einaudi ha pubblicato Poche parole, moltissime cose (2013) e La memoria dei vivi (2008), per Laterza ha pubblicato Nella pancia, sulla schiena, tra le mani (2011) e per Avagliano Prendetevi cura delle bambine (2007). Un suo racconto è contenuto nell’antologia L’età della febbre (Minimum fax, 2015) che raccoglie alcune delle voci più interessanti della narrativa contemporanea. Per le edizioni minimum fax ugualmente nel 2015 è uscito il libro composto da sei racconti Il silenzio del lottatore. Collabora con il quotidiano Il Mattino, Il Fatto Quotidiano e con Internazionale. Ha un blog di letteratura su Il FattoQuotidiano.it. Ha fondato e coordina il progetto Cattedrale, l’osservatorio sul racconto che intende monitorare, promuovere e sostenere la forma racconto letterario.
L’urbanizzazione. Per prima volta nella storia dell’umanità, il numero di chi vive nelle città ha superato quello della popolazione rurale. Davvero “l’aria delle città rende liberi”?
La libertà è sempre un concetto relativo: dipende chi la vive e dove la si vive. Il fenomeno dell’urbanizzazione, come ogni cosa, offre qualcosa a qualcuno e toglie qualcosa a qualcun altro.
La questione del limite. Negli anni ’20 Le Corbusier pensava la modernità come espansione, mezzo secolo dopo Insolera dice che la modernità è darsi un limite. Insomma ci vogliono i limiti e i confini?
La libertà – di cui si parlava prima – è data da limiti e confini, certo, se no non può esistere. Durkheim sosteneva che la densità sociale (il modo in cui si sta vicini agli altri), nelle città moderne, è uno dei fattori che determinano la felicità delle persone. Ma la mancanza di regole, senza il limite che offre uno spazio sconfinato come quello delle possibilità , può essere pericolosa e infelice.
Il rapporto con il passato. Il rapporto con le opere architettoniche del passato e i siti archeologici, è oscillante tra imbalsamazione e assenza di memoria. Ritieni che il Comune dovrebbe salvare negozi e caffè di valore storico, come fanno a Parigi?)
Eh sì, magari. A Coimbra ci sta un bar ricavato in una nelle Cattedrali più antiche del mondo, tutto in pietra e marmo. E’ stupendo, e il caffè era pure buono e molto moderno.
La rappresentazione della città. Oggi occorre una nuova rappresentazione per tentare di costruire una qualche idea comune e adeguata del vivere in città. Chi potrà costruirla? Urbanisti? Amministratori? Scrittori? Artisti? Sociologi?
Direi tutti, in modo diverso ma intenso, perchè gli scrittori, gli urbanisti, gli artisti, i sociologi, sono prima di tutto cittadini. (flp)