• Marzo 10, 2017
di anci_admin

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Libri – Per una super-urbanizzazione sostenibile, l’intervista a Tommaso Giagni

Giagni è uno dei nostri giovani scrittori più talentuosi. Ha esordito con L’estr...

Giagni è uno dei nostri giovani scrittori più talentuosi. Ha esordito con L’estraneo (2012)   e l’anno scorso ha pubblicato Prima di perderti,  due romanzi  che  ridisegnano in modo nuovo la periferia romana, e il nuovo rapporto tra periferia e centro della città (entrambi pubblicati da Einaudi).
L’urbanizzazione. Il nostro pianeta sta sempre più urbanizzandosi: ormai, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero di chi vive nelle città ha superato quello della popolazione rurale. E, se l’attuale tendenza sarà confermata, alla metà del secolo corrente circa i due terzi della popolazione vivrà in ambito urbano. Come valuti il fenomeno? Davvero “l’aria delle città rende liberi”?
Non so se la città è il miglior esempio di spazio organizzato per una comunità, di sicuro è quello che mi corrisponde di più. E non so come valutare il fenomeno, se non immaginando che parte di questa super-urbanizzazione rispetterà criteri di sostenibilità e parte no. Il punto non mi sembra “Città o non città”, ma “Che tipo di città”.
La questione del limite. Negli anni ’20 Le Corbusier pensava la modernità come espansione, mezzo secolo dopo Insolera dice che la modernità è  darsi un limite.   Nella città   immaginaria di Zoe (nelle Città invisibili di Calvino) priva di qualsiasi confine, interno ed esterno, si finisce con lo smarrirsi. Insomma ci vogliono i limiti e  i confini (ammesso che si tratti della stessa cosa)?
I confini sono inevitabili, perché inevitabili sono le differenze. Poi da cittadino vorrei essere limitato il meno possibile, gestirmi in autonomia e spingermi fin dove la libertà diventa smarrimento.
Il rapporto con il passato. Il rapporto con il passato, con le opere architettoniche  del passato e i siti archeologici,  è oscillante tra imbalsamazione e assenza di memoria: città come parco a tema per turisti, i Grandi Eventi come riverniciatura superficiale…Ad es. ritieni che il Comune dovrebbe   salvare  negozi  e caffè di valore storico,  come fanno a Parigi?)
Penso che il Comune debba mettere questo tipo di esercizi in condizione di salvarsi da soli. Per esempio spiegando cosa significa “valore storico”. Detesto la musealizzazione dei centri storici delle città e detesto il folklore che inchioda i borghi a guardare sempre indietro.
La rappresentazione della città.  Oggi occorre   una  nuova rappresentazione e un altro racconto per tentare di costruire una qualche idea comune e adeguata del vivere  in città. Chi potrà costruirla? Urbanisti? Amministratori? Scrittori? Artisti? Sociologi.
Credo che ognuno abbia il suo mestiere. Gli amministratori dovrebbero ascoltare gli urbanisti, che dovrebbero essere aperti a suggestioni che provengano da ambiti diversi.