• Maggio 12, 2017
di anci_admin

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Libri – Avvistamenti, secondo Paolo Cognetti la salvezza è in montagna

Va bene, metà della popolazione mondiale sceglie di vivere nelle grandi città, per&ogr...

Va bene, metà della popolazione mondiale sceglie di vivere nelle grandi città, però l’altra metà non ci pensa proprio e anzi aspira a luoghi selvaggi e incontaminati. Prendete Le otto montagne di Paolo Cognetti (Einaudi), candidato favorito per il Premio Strega. All’inizio vediamo i genitori del protagonista, un ragazzo solitario di città (Pietro) in una Milano anni ’70 con scontri di piazza e case popolari sovraffollate. Non ne possono più, della metropoli convulsa e caotica. Altro che l’aria della città rende liberi! E infatti si trasferiscono dalle parti del  Monte Rosa,  nel paese di Grana, dove un “mondo artico” incombe sui pascoli estivi. Il padre subisce una metamorfosi:  quando torna la sera dalle sue lunghe passeggiate, impolverato e bruciato dal sole, è “stanco e felice”, anche se odia gli sciatori, perché è offensivo scendere per la montagna senza la fatica di salirci. Quando si mette sulle sue ginocchia il figlio lo trova “allegro e loquace, tutto l’opposto  del padre di città”. Ed è lì che anche il figlio scopre la sua vocazione per la montagna, che poi lo porterà fino sul Tibet. Lassù in alto infatti non ci sono “Padroni. Eserciti. Preti. Capi reparto…”. Di lì si snoda la trama di un vero e proprio romanzo di formazione, poiché la montagna  è un sapere e uno stile di vita. E anche la storia di un’amicizia intensa, tra Pietro e Bruno, che si siedono al tramonto con mezzo litro di vino rosso a rievocare la loro infanzia. E se un  romanzo che parla di paesaggi alpestri, di mungitura di mucche, di erba dei campi e di torrenti ha  più successo di narrazioni  affollate di smartphone, televisori al plasma, ipermercati, palestre, etc., si tratta di un sintomo interessante, che occorre interpretare.  (flp)