• Febbraio 19, 2018
di anci_admin

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Libri – Avvistamenti, posso diventare più giovane di mio figlio? (una mostra-omaggio ad Einstein)

L’interrogativo non sembri così astruso, alla luce della teoria della relatività...

L’interrogativo non sembri così astruso, alla luce della teoria della relatività. Quando ci muoviamo a velocità elevate il tempo scorre più lentamente! O anche, e forse in modo per noi più sconvolgente: il tempo scorre più velocemente in alta quota (sia pure impercettibilmente)! Albert Einstein ha modificato il nostro senso del tempo e dello spazio, anche se una cosa del genere non viene abitualmente riconosciuta per quanto confligge con il senso comune.  Ricordo il paradosso, o esperimento ideale, dei due gemelli. Uno dei due viaggia per vent’anni su un’astronave alla velocità della luce, tocca una stella lontana e torna alla terra.  L’altro invece non si è mai spostato. Bene, il gemello viaggiatore è invecchiato molto meno del gemello sedentario, poiche il tempo scorre in modo diverso sulla terra e dentro l’astronave, anche se loro due non se ne accorgono. 
Un’occasione per rimediare alla nostra ignoranza e inconsapevolezza ci viene data da  una mostra  in corso, che dura  fino  al 29 aprile 2018 al Maxxi di Roma (Galleria 4): Gravity. Immaginare l’universo dopo Einstein, a cura di Luigia Lonardelli, Vincenzo Napolano, Andrea Zanini, consulenza scientifica: Giovanni Amelino-Camelia. Nel 1917 Albert Einstein pubblica un articolo che fonda la cosmologia moderna e trasforma i modelli di cosmo e universo immaginati fino ad allora da scienziati e pensatori, rivoluzionando le categorie di spazio e tempo. A cento anni da questa pubblicazione il MAXXI dedica una mostra a una delle figure che più ha influenzato il pensiero contemporaneo. Il progetto è il risultato di una inedita collaborazione del museo con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per la parte scientifica e con l’artista argentino Tomás Saraceno per la parte artistica. Un omaggio al grande scienziato attraverso installazioni, icone, simulazioni di esperimenti, etc. La mostra ci permette tra l’altro di approfondire la riflessione su scienza e fede religiosa, una relazione certamente problematica nella modernità.  Einstein è tra quelli che non intendono rinunciare, almeno filosoficamente, alla fede in un Dio comunque buono. Celebre la sua risposta ad alcune obiezioni della fisica quantistica alla teoria della relatività: “Sottile è il Signore ma non malevolo” (“Subtle is the Lord…”). Einstein voleva replicare a Bohr che esiste una realtà oggettiva, ordinata, “progettata” frutto della creazione, anche se ovviamente non è chiaro quale tipo di fede avesse Einstein, se ad esempio semplicemente quella in un Dio spinoziano, che coincide con la natura.