- Marzo 2, 2018
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Libri – Avvistamenti. Parliamo ancora di Sud
La rivista semestrale Achab dedica un secondo numero al Sud – “Il racconto del Sud&rdquo...La rivista semestrale Achab dedica un secondo numero al Sud – “Il racconto del Sud” (edizioni A est dell’equatore, pp.131, euro 12). Perché? “…Perché c’è una difesa ad oltranza dal mondo che avanza… perché c’è una vita che scorre verso la morte ma non la teme…perché vogliamo essere diversi ma uguali a noi stessi…perché circonda il mondo e lo stringe in pugno…perché abbiamo tutti un blues da piangere”. Così leggiamo nell’editoriale, del fondatore e direttore della rivista Nando Vitali. Dunque il Sud, nel suo nodo irrisolvibile di alterità (che tanto piaceva a Pasolini) e scimmia del Nord, di utopia e arretratezza, di mito e realtà. Il Sud consiste in questa contraddizione e polarità irriducibile: da una parte critica dello sviluppo e dall’altra accettazione passiva delle sue conseguenze, primato dell’otium e della contemplazione e rassegnazione fatalistica. Sbaglia chi mette troppo l’accento su uno dei due poli, chi teorizza un estetizzante pensiero meridiano (ripreso da Camus), che elogia troppo unilateralmente il sole, l’olio d’oliva e le spiagge senza fine, e chi si limita a elencare i vizi antropologici (considerati incorreggibili) dei meridionali (indolenza, menefreghismo, inerzia). Spesso i valori legati al Sud confinano con i suoi difetti: estroversione e ospitalità invadente, dolce far niente e assenteismo lavorativo, amore per la famiglia e familismo amorale, dimensione comunitaria e svalutazione dell’individuo, allegria contagiosa e rimozione del tragico. “Achab” attraversa questa area di vitalissime contraddizioni con i saggi, i racconti, la poesia, il fumetto, la musica, l’arte contemporanea, le interviste, le immagini. Fra i tanti materiali segnalo l’intervista di Davide D’Urso allo scrittore ed editor Antonio Franchini su Napoli e sull’assenza di una vera borghesia moderna: nella rappresentazione letteraria e televisiva la città diventa così ingombrante – con tutti i suoi stereotipi – da far sparire i singoli, e ogni loro responsabilità. (flp)