- Luglio 17, 2017
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Libri – Avvistamenti, Paolo Morelli perdersi in montagna
Tempo di vacanze. Volete andare in montagna? D’accordo ma dovreste impegnarvi a perdervi! Ques...Tempo di vacanze. Volete andare in montagna? D’accordo ma dovreste impegnarvi a perdervi! Questo è quanto suggerisce questo originale manualetto, Vademecum per perdersi in montagna di Paolo Morelli, Nottetempo (pp. 157, euro 13,50), in forma di dizionario semiserio. Si va da “binocolo”(genere voluttuario ma di grande soddisfazione”) e “cuore” (“utile sia in senso letterale che metaforico”) a “turisti” (a quelli smarriti nei boschi i vagabondi indicano sempre la parte sbagliata) e “visioni” (“Una folla sterminata. Certe volte mostri orrendi con grinte vermiglie, altre una leggiadra fanciulla dal fascino seduttore”). Ma per dare un’idea più precisa del libro proviamo a descriverlo. Ci sono le voci sui consigli pratici, sulla strumentazione ( “borraccia”, “bussola, “carta igienica”, “giacca a vento”, “guanti””medicinali”, “occhiali” “orologio”…), le voci sugli animali (“api”, “aquile”, “asini”, “camosci”,m “cani”, “capre”, “cavalli”, “cervi”, “cicale”…), e le voci più “filosofiche” (“coraggio”, “esperienza”, “ilarità”, “pigrizia”, “risolutezza””sesto senso”…). Ed ecco la voce “pastori” che è quasi un trattatello di antropologia: “Il pastore è di due tipi: vecchio o giovane. Il vecchio è nato nel circondario, il giovane è slavo. Il vecchio è socievole e racconta storie mirabili su terosri abbandonati sulle montagne e mai ritrovati: il giovane è scontroso, cerca il tesoro e se non lo trova diventa pericoloso…”. Insomma avrete capito che la montagna è una scusa per un libello che con grande ironia ed eleganza intende trasmetterci una filosofia zen portatile dell’esistenza. Buona montagna. (flp)