• Maggio 5, 2017
di anci_admin

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Libri – Avvistamenti, l’utopia di lavorare gratis

Il lavoro non c’è più. Una mutazione epocale, prodotta dalle nuove tecnologie, d...

Il lavoro non c’è più. Una mutazione epocale, prodotta dalle nuove tecnologie, dal fatto che la scomposizione dell’attività del lavoratore non si traduce più  nei gesti elementari dell’operaio alla catena di montaggio ma in un algoritmo affidato a un computer. Solo nell’Unione Europea la disoccupazione negli ultimi 10 anni è scesa dal 7% al 16%. Si tratta di un problema che non potranno  risolvere i governi  né tantomeno i sindaci  delle nostre città. Il sociologo Domenico De Masi ci offre con il suo Lavorare gratis, lavorare tutti (Rizzoli, pp. 256 euro 18) una diagnosi accurata e di estrema completezza, raccogliendo gli ultimi dati e sintetizzando le principali pubblicazioni sull’argomento, quasi tutte americane, primo fra tutti Stiglitz – che ha insistito più di altri sulle enormi e crescenti disuguaglianze nella distribuzione del reddito e delle ricchezze. Si cita molto appropriatamente anche Havel: il socialismo non sa produrre  ricchezza ma sa distribuirla, il capitalismo sa produrre la ricchezza  ma non sa distribuirla. De Masi non crede alle magnifiche sorti della sharing economy, che ci consegna subdolamente al potere di poche e agguerrite corporation. E alla fine si limita a una proposta certamente originale, non sappiamo se soltanto utopistica o se davvero fattibile: dato che la soluzione sarebbe la riduzione dell’orario di lavoro (ma chi ha il lavoro invece se lo protegge in tutti i modi, non rinunciando agli straordinari), dunque i 197 milioni di disoccupati (26 in Europa) dovrebbero creare una piattaforma software, un’app e un sito capace di mettere in contatto chi cerca un determinato tipo di lavoratore con il disoccupato in grado di soddisfare la sua domanda gratuitamente. Perché dovrebbero farlo? Perché così si creerebbe una rete ottimale tra domande e offerte che costringerebbe tutti a mettere mano a una nuova normativa del  mercato del lavoro (e poi si permette così al disoccupato di regalare a qualcuno che ne ha bisogno un brandello della propria professionalità, obbligando tra l’altro il lavoratore occupato a abbassare i suoi prezzi). (flp)