- Dicembre 1, 2017
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Libri – Avvistamenti. L’Abruzzo set naturale!
C’è da almeno 80 anni un feeling speciale tra l’Abruzzo e il cinema, grazie alla ...C’è da almeno 80 anni un feeling speciale tra l’Abruzzo e il cinema, grazie alla “moltitudine di diversità territoriali” della regione, come leggiamo in un saggio di Valentina Franceschini in Abitare la musica. Cantare l’architettura, raccolta di contributi e cura di Lisa La Pietra, soprano e studiosa di estetica e tecnologia (Solfanelli, pp. 181, euro 14). Un feeling sancito dalla creazione della Abruzzo film commission, ad opera di Gabriele Lucci, nel 1999, una associazione che, come le altre sparse per le città italiane, si incarica di contattare enti locali e amministrazioni per sveltire le pratiche dei permessi, e dunque di “promuovere il territorio pubblicizzando le numerose risorse e opportunità” che offre, la grande varietà paesaggistica, le straordinarie attrattive architettoniche, urbanistiche e culturali, i prodotti artigianali e gastronomici. La film commission realizza un database composto da 10.500 immagini e una preziosa location guide. L’Abruzzo infatti può essere qualsiasi cosa: “prigione, luogo dell’anima, città esotica o paesino dei pastori”, come L’amore del cinema, italiano e mondiale, per questa regione data dai capolavori di Fellini e De Sanctis negli anni ’50 al recente “Liberi” di Tavarelli, nel 2003. Ma proviamo a scandire le diverse tappe di questa storia d’amore cinematografica: nel 1974 “Milarepa” di Liliana Cavani (girato a Campo Imperatore, così simile al Tibet)), nel 1986 “Lady Hawke” di Richard (dove Rocca Calascio diventa una città medievale nel centro della Francia: altro che i fasulli parchi a tema hollywoodiani). Poi nel 2000 “Pane e tulipani” di Silvio Soldini e “La guerra degli Antò” di Riccardo Milani (tratto dal romanzo di Silvia Ballestra, su una generazione di fricchettoni un po’ sgangherati del Lungomare pescarese), ma nel 2003 sempre Milani ambienta all’Aquila il suo “Posto dell’anima” con Paola Cortellesi imprigionata a San Sebastiano de’Marsie fa delle gite col marito in cerca degli orsi. Senza contare i documentari e gli spot pubblicitari. Altri saggi del libro collettaneo sono sui luoghi della musica, sulla città come luogo di culto sociale, su D’Annunzio, sulle Webserie, sull’acqua, sull’artigianato, e una originale riflessione (della curatrice) sullo sviluppo della cinquecentesca Wunderkammer, spazio in cui i collezionisti conservavano le raccolte di oggetti straordinari. (flp)