- Ottobre 28, 2016
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Libri – Avvistamenti, ‘La polis senza mura’ di Aldo Rossi
Ritorna in libreria un classico dell’urbanistica, L’architettura della città...Ritorna in libreria un classico dell’urbanistica, L’architettura della città di Aldo Rossi, che uscì nel 1966 (Quodlibet, pp.220, euro 20). Il grande architetto, scomparso alla fine degli anni ‘90, mette al centro della sua riflessione l’elemento simbolico, legato al monumento, alla capacità mitopoietica degli spazi urbani. Si parte dall’idea di Lewis Mumford della città come luogo sia naturale (come un nido o un formicaio) e sia artificiale, culturale, privilegiando però questo secondo aspetto: nelle parole di Mumford la città è “cosciente opera d’arte”, raccoglie nella sua struttura “molte forme d’arte più semplici”, ed è “simbolo di quella comunanza di scopi che nasce in circostanze più favorevoli”. Impossibile riassumere un saggio così denso e con alcuni capitoli più “tecnici”, destinati agli studenti di architettura.
Mi limito a segnalare la pagina sulla chiesa di Saint-Germain des-Pres, intorno a cui si raccoglie un quartiere intero proprio per la sua grande valenza simbolica (in genere i monumenti non si abbattono, a meno che non siano simboli di regimi autoritari): il valore che essa incarna “si impone al di sopra dei caratteri economici e della necessità pratica” poiché ha a che fare con la bellezza. E soprattutto il paragrafo su Atene, dove ci si ricorda che lì nasce la città moderna, con il suo sviluppo dall’interno verso l’esterno, ma soprattutto senza mura, al contrario delle città orientali (dove perfino gli edifici interni hanno le mura). Le mura vi compaiono infatti solo dopo il periodo arcaico e per motivi difensivi. Atene non aveva mura, non aveva limiti sacri poiché “essa è un luogo e una nazione, è la dimora dei cittadini e quindi la loro attività”. La polis rappresentava infatti la città-stato, i cui abitanti erano dispersi per la campagna. Ed anche questo è un tema da avere a mente quando si ragiona di radici dell’Europa. (flp)