- Maggio 8, 2017
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Libri – Avvistamenti, e se Venezia fosse Moby Dick?
Un suggestivo e originale reportage su una città d’arte, e anzi sulla città d&rs...Un suggestivo e originale reportage su una città d’arte, e anzi sulla città d’arte più straordinaria del mondo, Venezia. Si tratta di Venezia e Moby Dick (Neri Pozza, euro16, pp.245) dello storico dell’arte e dell’architettura napoletano Cesare De Seta, che fin da quando vide Venezia da bambino la immaginò come uno “sgusciante e imprendibile corpo urbano”, con enormi palazzi, chiese gigantesche sui canali, e poi un dedalo di straducce, rii, campielli e ancora ponti e ponticelli di svariate dimensioni. Insomma, un “animale misterioso e inafferrabile”, come il bellissimo “mostro” creato da Melville (forse anche ispirato dal Leone di Venezia, simbolo dell’evangelista Marco e della città stessa). Un testo ricco di spunti, riflessioni personalissime, osservazioni sempre un po’ spiazzanti, ad es. quando l’autore nota che a Venezia non si vedono poveri né clochard questuanti: forse “i veneziani li lavano, li vestono, li profumano, li nutriscono e li inseriscono silenziosamente nel mondo di tutti”. De Seta si sofferma su quadri, monumenti, palazzi, libri, etc. con grande competenza. Cito solo le pagine dedicate alla “Tempesta” di Giorgione, in cui si suggerisce che la tempesta del quadro indica i bombardamenti cui fu sottoposta Venezia da parte delle artiglierie imperiali, “data l’assimilazione che veniva fatta all’epoca tra i lampi e le armi da fuoco”. Insomma queste pagine sono un invito rivolto al lettore a compiere un viaggio incantato per le strade di Venezia in compagnia di un ospite così colto e raffinato. (flp)