• Maggio 4, 2018
di anci_admin

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Libri – Avvistamenti. Do you remember Giustizia e libertà?

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Forze politiche, singole personalità partiti e associazioni di oggi, etc. si richiamano più o meno legittimamente all’esperienza di Giustizia e libertà, gruppo fondato d Carlo Rosselli nel 1929, poi continuato fino alla guerra e successivamente travasato in parte nel Partito d’Azione (che ebbe vita brevissima). Questo è possibile perché il movimento fu una galassia eterogenea in cui confluirono ideologie e correnti ideali diverse tra loro: socialismo laburista e e gildiano, anarchismo, repubblicanesimo, federalismo proudhoniano (meglio Cattaneo di Mazzini), protestantesimo gobettiano, pluralismo giuridico di Gurvitch. Ora un libro indispensabile del giovane storico Marco Bresciani – Quale antifascismo?Storia di Giustizia e libertà (Carocci, pp. 307, euro 27) – consente di districare un po’ questa galassia e di penetrare dentro la felice contraddittorietà del movimento, ad es. la sua relativa vicinanza al fascismo (combattentismo, passione interventista…) e la sua distanza dal fascismo (autonomia e responsabilità dei singoli). Tendenze opposte che spesso convivono dentro la stessa persona: in questo caso Emilio Lussu. Non sempre le sue diverse anime sono tra loro compatibili. Lo stesso Carlo Rosselli oscilla tra socialismo esplicitamente liberale e una finale simpatia (muore nel 1937) per il comunismo, che lo portò a impoverire la propria stessa analisi del fascismo, ora visto soltanto come fase del capitalismo. Quanto alla cultura azionista, si è dispersa – come sappiamo – in esperienze e personalità assai differenziate tra di loro: da Ugo La Malfa a Vittorio Foa. E certo il moralismo supponente e predicatorio, a tratti professorale (come sottolineò uno dei suoi più prestigiosi esponenti, Norberto Bobbio) che spesso lo caratterizzò (la convinzione di incarnare l’“altra Italia”) può diventare un limite “élitario” nell’approccio ai problemi della politica, una incapacità di capire la realtà. Eppure GL, come sottolinea Bresciani, rappresenta una esperienza – quasi unica nel ‘900 – di antifascismo rigorosamente “antitotalitario”, e in ciò si rivela una eredità preziosa e imprescindibile. (flp)