- Maggio 22, 2025
Riforme istituzionali
Legge elettorale comunale, l’audizione del presidente Anci in Senato
Manfredi è intervenuto davanti alla commissione Affari Costituzionali
“Una prima considerazione è relativa ad una questione di metodo condivisa dai sindaci. Non possiamo sindacare la volontà della maggioranza di intervenire per modificare la soglia del 50% per evitare il ballottaggio nei comuni con più di 15.000 abitanti, riportandola al 40%, ma avremmo preferito che questo avvenisse nell’ambito di una discussione più ampia relativa ai temi legati alla riforma del Tuel, rispetto alla quale chiediamo da anni la possibilità di poter intervenire sui poteri e alle agibilità politiche dei sindaci e dei consiglieri comunali. In subordine, rispetto alla soglia del 40%, è importante che si affronti anche il tema, molto sentito dai sindaci, inerente alle condizioni di incandidabilità e ineleggibilità dei sindaci rispetto alle cariche nazionali e regionali, che rappresentano una restrizione rispetto all’accesso alle cariche pubbliche e determinano una situazione di disparità, alla luce anche della legislazione in molte regioni d’Italia”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli Gaetano Manfredi nel suo intervento in audizione in commissione Affari Costituzionali del Senato in merito all’elezione del sindaco nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti.
“Bisogna riconoscere – ha poi sottolineato Manfredi – che questa è una delle leggi più longeve, se non la più longeva dal punto di vista delle leggi elettorali italiane sia a livello nazionale che degli Enti locali, che gode di un giudizio fino ad oggi positivo perché ha portato stabilità dal punto di vista della gestione amministrativa dei comuni. Un principio, quello della stabilità, che riteniamo debba essere salvaguardato perché rientra tra i valori della buona amministrazione e dell’interesse del cittadino elettore”.
“Dare forza al sindaco significa avere una maggiore capacità di amministrare. Il valore della legge che c’è stata fino a oggi ha consentito di avere sindaci di qualsiasi orientamento politico pienamente legittimati e di combattere i fenomeni di frammentazione politica che nei Comuni si moltiplicano. D’altra parte ci sono già delle differenze tra grandi, piccoli e medi Comuni: nei grandi Comuni c’è il limite dei due mandati, nei medi tre mandati e nei piccoli non c’è limite di mandato”, ha spiegato Manfredi.
Il presidente Anci ha evidenziato infine: “il tema che più ci preoccupa in merito alla soglia rispetto alla quale c’è l’elezione diretta del sindaco è che si possa inficiare il premio di maggioranza che rappresenta il fattore di stabilità”. “Qualsiasi sarà la decisione, è importante che ci sia una legittimità e una permanenza di un premio di maggioranza del 60% perché in una situazione di grande frammentazione elettorale e senza soglie di sbarramento sulle liste, alla fine se non si ha una maggioranza solida non si riesce a governare. E lo dico partendo dall’esperienza di tanti sindaci e dalla mia personale”, ha concluso il presidente dell’Anci, auspicando un’ulteriore, attenta riflessione.