- Novembre 29, 2013
Edicola
LEGGE DI STABILITÀ/ Cambiano base di calcolo e coefficienti. Un mld per investimenti
Il peggioramento degli obiettivi non potrà superare il 15% Aggiornamento della base e dei coe...Il peggioramento degli obiettivi non potrà superare il 15% Aggiornamento della base e dei coefficienti per il calcolo degli obiettivi, con previsione di una clausola di salvaguardia per impedire strette eccessive. Introduzione di deroghe una tantum per complessivi 1,5 miliardi per il pagamento degli investimenti e dei debiti pregressi. Anticipazione delle scadenze per gli altri bonus concessi dallo stato e dalle regioni. Sono queste le principali novità che il ddl di stabilità prevede rispetto alla disciplina del Patto di stabilità interno degli enti locali dopo il primo giro di boa al senato. A queste si aggiunge l’assoggettamento a vincoli di finanza pubblica anche delle partecipate e degli organismi strumentali, per le quali il maxi-emendamento presentato dal governo ha introdotto profonde modifiche rispetto al testo iniziale. Il Patto di domani resterà ancorato alla regola della competenza mista, ma dal prossimo anno gli obiettivi dovranno essere calcolati partendo dalla spesa corrente media impegnata nel triennio 2009-2011, anziché 2007-2009 come previsto per il 2013. Cambiano, quindi, anche i coefficienti, per i prossimi due anni ad invarianza del peso complessivo della manovra, mentre dal 2016 è previsto un incremento che a livello di comparto farà salire il conto di circa 330 milioni all’anno. Come anticipato da ItaliaOggi il 27/11, solo per il 2014 è prevista una clausola di salvaguardia per far sì che nessun ente si realizzi un peggioramento superiore al 15% rispetto al vecchio target: sarà un decreto del mef, da emanare d’intesa con la Conferenza stato-città e autonomie locali entro il 31 gennaio, a operare le necessarie rimodulazioni. Sempre per il solo 2014, sono previsti un «fondo» da 1 miliardo per consentire maggiori pagamenti in conto capitale da parte di province e comuni (gli spazi finanziari saranno assegnati a ciascun ente in proporzione al proprio obiettivo, con modalità al momento non definite) e un’extra dote da 500 milioni rispetto alle somme stanziate dal dl 35/2013 per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili al 31/12/2012 (il riparto, in tal caso, sarà operato dal mef entro il 28 febbraio sulla base delle richieste presentate entro il 14 febbraio). La prima misura non è accompagnata da penalità a carico degli enti «spreconi», mentre la seconda prevede sanzioni (due mensilità di stipendio e azione di responsabilità) a carico dei responsabili che non chiedano o non utilizzino almeno il 90% degli spazi concessi. Introdotta una deroga ad hoc da 10 milioni per il comune di Campione d’Italia. Confermata la pletora di «Patti di solidarietà», ma con anticipazione di quasi tutte le scadenze: in particolare, gli incentivi del Patto regionale verticale (sia incentivato che non incentivato) dovranno essere distribuiti entro il 15 marzo, mentre la dead-line per il Patto orizzontale nazionale si collocherà al 15 giugno. Rimane in autunno il Patto regionale orizzontale, mentre slitta nuovamente, questa volta al 2015, il Patto territoriale integrato. Rispetto alla platea degli enti soggetti, nessuna deroga è stata prevista per i comuni fra 1.000 e 5.000 abitanti, che anzi perdono gli sconti di cui hanno usufruito nel 2013. Il Patto continuerà ad applicarsi alle province, anche dopo la loro eventuale trasformazione (prevista dal ddl Delrio) in enti di secondo livello, ed eventualmente alle nascenti città metropolitane. Esso, invece, continuerà a non toccare le unioni di comuni, fatta eccezione per quelle «speciali» costituite dal comuni con meno di 1.000 residenti. A partire dal prossimo anno, infine, saranno assoggettate a vincoli di finanza pubblica anche aziende speciali, istituzioni e società partecipate, ma con un meccanismo diverso da quello previsto nel testo iniziale del ddl. Dal 2014, tali soggetti dovranno perseguire la sana gestione dei servizi secondo criteri di economicità e di efficienza (tutti da definire), mentre dal 2015 dovranno realizzare un risultato economico non negativo (a pena di sanzioni pecuniarie e, nei casi più gravi, di revoca degli amministratori). Eventuali perdite peseranno anche sui bilanci degli enti proprietari, che fino al momento del ripiano (ovvero alla dismissione della partecipazione) dovranno accantonare nel proprio bilancio apposti fondi di garanzia.