• Marzo 7, 2016
di anci_admin

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Legalità – Falcomatà: “Si riconosca ruolo centrale Comuni su gestione e riutilizzo beni criminali confiscati”

“Agli amministratori locali ed ai sindaci va riconosciuto un ruolo centrale sul tema della ges...

“Agli amministratori locali ed ai sindaci va riconosciuto un ruolo centrale sul tema della gestione dei beni confiscati, da perfezionare anche grazie all’utilizzo dei fondi  previsti dalle politiche di coesione. In questo senso l’Anci sta lavorando molto, ma alcuni passaggi della disciplina complessiva vanno ottimizzati, cosa possibile solo se tra gli attori istituzionali coinvolti vi è quello principale: i Comuni”. Lo ha sottolineato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha partecipato all’Incontro nazionale sui beni confiscati e la politica di coesione, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri d’intesa con l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità, nel giorno del ventennale della Legge 109/96 sul riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Durante il convegno, è stato illustrato il Piano di Azione Nazionale sul riutilizzo sociale di questi beni attraverso la politica di coesione 2014-2020, che vuole condividere modalità di intervento coordinate tra le azioni che l’Agenzia avvierà nei Programmi Operativi di riferimento.
Secondo Falcomatà, sono almeno tre gli ambiti su cui muoversi. Innanzitutto, non “bisogna limitarsi al riutilizzo per fini sociali dei beni ma collegarli alla riqualificazione di ciò che sta intorno al bene. Un passaggio che – ha rilevato il sindaco di Reggio Calabria – si riconnette all’’imminente approvazione del Dl sulla sicurezza urbana. E’ chiaro che un bene in stato di abbandono, tanto più se confiscato ma non ancora assegnato, dà la percezione che quella zona della città sia insicura”.
Per questo, “prevedere fondi come quelli strutturali per la sua riqualificazione – argomenta il primo cittadino –  muovendosi rispetto alle nuove funzioni assegnate ai sindaci sulla sicurezza, dà la possibilità di concentrare tutto e di ottenere un risultato maggiore: la restituzione alla collettività di beni frutto di attività criminose e, soprattutto, di quartieri finalmente sicuri”.
Altro versante indicato da Falcomatà, quello della possibilità di “arginare l’emergenza abitativa con appartamenti sfitti  da adoperare come edilizia residenziale pubblica per le persone inserite nelle apposite graduatorie”.
Ed, infine, l’utilizzo dei proventi dei fitti dei locali commerciali in attività sociali. “Molti Comuni, sottoposti alle condizioni stringenti dei piani di riequilibrio, non riescono a garantire alcuni servizi come i buoni libro, asili nido comunali”, ricorda il sindaco della città dello Stretto. “La sola possibilità di usare i proventi reinvestendoli in attività sociali dà modo alle amministrazioni – conclude il giovane sindaco reggino – di finanziarie servizi a domande individuale che, non rientrando nei servizi pubblici essenziali, altrimenti non sarebbero in grado di assicurare alla collettività”. (gp)