- Marzo 16, 2016
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Legalità – Di Primio: “Ai sindaci regole certe e adeguate funzioni, chiediamo solo di svolgere nostro ruolo in normalità”
“Come sindaci chiediamo soltanto di poter svolgere normalmente il nostro ruolo cui siamo stati...“Come sindaci chiediamo soltanto di poter svolgere normalmente il nostro ruolo cui siamo stati legittimati dal voto dei cittadini ai quali, più che altri livelli di governo, siamo chiamati a rendere conto della nostra azione. Il nostro è un servizio reso alla comunità e non può trasformarsi in una colpa: per questo servono norme certe, stabili ed adeguate alle funzioni che siamo chiamati a svolgere”. Lo ha detto il vicepresidente Anci con delega alle politiche del personale Umberto di Primio, intervenendo al convegno ‘Difendere e diffondere la buona politica. Focus sul fenomeno degli amministratori sotto tiro’ organizzato da Avviso Pubblico, insieme alla Regione Lazio, Osservatorio Legalità e Sicurezza, nell’ambito del meeting “Lazio senza mafie”.
Di Primio, dopo aver sottolineato il buon livello di interlocuzione portato avanti tra governo ed Anci per la messa a punto del decreto legge sulla sicurezza urbana, ha ricordato come il tema della certezza della pena è fondamentale. “I fenomeni di carattere corruttivo e le intimidazioni nascono principalmente dalla mancata certezza della pena, o meglio dal fatto che essa non verrà scontata o cadrà addirittura in prescrizione”, ha ricordato il vice presidente Anci.
Ma nella sua disamina, Di Primio ha indicato un altro pericolo da rimuovere per dare forza alla lotta alle intimidazioni: “In Italia i sindaci non sono minacciati da persone cattive, piuttosto da coloro che tollerano in silenzio i fenomeni di illegalità facendo finta che la cosa non possa riguardarli”. Peraltro in un momento storico in cui “vale più urlare che confrontarsi, i sindaci avendo il loro ufficio in strada – ha proseguito il primo cittadino di Chieti – sono le persone più esposte, quelle che magari sono in pericolo per il solo fatto di essere corretti rispondendo no alle richieste impossibili che ricevono ogni giorno”.
Parlando in qualità di vice presidente Anci, Di Primio ha poi indicato una sorta di road map che l’associazione intende portare avanti nel 2016, partendo dall’Osservatorio sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali da qualche mese istituito presso il Viminale. “Ci batteremo da un lato perché vengano avviati gli osservatori a livello provinciale in 6 province pilota: 2 del Nord, 2 del Centro/Isole e 2 del Sud Italia, come prima fase di sperimentazione, da estendere poi a tutti i Comuni”. Dall’altro “chiederemo di divulgare una circolare ai prefetti, chiedendo loro di farsi parte diligente per l’avvio degli osservatori locali sulle intimidazioni”, ha annunciato Di Primio.
Infine, il vice presidente Anci ha posto l’accento sulla necessità di un rafforzamento normativo dell’impianto a tutela degli amministratori pubblici. “Si preveda innanzitutto un inasprimento della fattispecie penale inerente la violenza e le minacce di natura intimidatoria nei loro confronti”. Ma “si considerino anche in modo diverso le aggravanti previste dal codice penale, sia per i reati di diffamazione che di lesione, se riferiti alle persone che svolgono funzioni pubbliche come i sindaci”, ha concluso Di Primio. (gp)