• Maggio 28, 2014
di anci_admin

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Lavoro – Istat, al Sud tasso occupazione al 53 per cento. Golini: “Situazione drammatica, sempre più lontani da Ue”

Il Mezzogiorno perde più occupazione rispetto al resto del paese fin dall'inizio della cris...

Il Mezzogiorno perde più occupazione rispetto al resto del paese fin dall’inizio della crisi. Il tasso di occupazione maschile del Mezzogiorno, già inferiore di quasi dieci punti alla media nazionale nel 2008, continua a diminuire con un ritmo più accentuato, attestandosi al 53,7 per cento nel 2013. Le donne, invece, mostrano in tutto il periodo un tasso di occupazione particolarmente basso nel Mezzogiorno, dove lavora solo una donna su tre. E’ l’impietosa fotografia dei divari territoriali scattata dall’Istat che ha presentato oggi alla Camera il suo Rapporto 2014. Una situazione che il presidente facente funzione dell’Istituto di statistica, Antonio Golini, definisce “altamente drammatica e tale da allontanare il Mezzogiorno sempre di più dal resto del Paese e dall’Europa”.
Il calo dell’occupazione si ripercuote sulla composizione familiare e la presenza di occupati all’interno delle mura domestiche, prosegue il rapporto. Nel Mezzogiorno, da un lato si riducono ulteriormente le famiglie con almeno un componente tra 15 e 64 anni e senza pensioni da lavoro che possono avvalersi di due o più occupati in casa (dal 25,2 per cento al 21,4 per cento); dall’altro, crescono quelle in cui non è presente alcun occupato (dal 14,5 per cento al 19,1 per cento).
Se nelle regioni del Centro-Nord la crescita delle famiglie con almeno un componente in età lavorativa senza pensionati da lavoro e con la sola donna occupata si associa alla sostanziale stabilità di quelle con solo l’uomo occupato, al Sud l’incremento delle donne breadwinner (che arrivano al 10,1 per cento del totale nel 2013, con un aumento del 33,1 per cento rispetto a cinque anni prima) si associa alla riduzione delle famiglie in cui è solo l’uomo a lavorare (-4,5%, che scendono così al 30,2 per cento), continua il Rapporto.
Le regioni del Mezzogiorno aumentano ulteriormente la loro distanza dal resto del Paese anche considerando il tasso di mancata partecipazione, che nel 2013 raggiunge il 36,7 per cento contro il 13,2 del Nord, con incrementi importanti dal 2008 (+7,1 punti percentuali e +5,9 punti rispettivamente), conclude l’Istat. (gp)