• Aprile 30, 2020
di Francesca Romagnoli

AccaddeDomani

Il 1° maggio nasceva Ignazio Silone un uomo legato alla terra e alla cultura contadina

Per il critico letterario Filippo La Porta, lo scrittore si è sempre dimostrato particolarmente sensibile alla questione meridionale. E’ del 1933 la pubblicazione del romanzo Fontamara, dove fanno da protagoniste le condizioni di estrema povertà dei poveri contadini sfruttati dai proprietari locali
Il 1° maggio nasceva Ignazio Silone un uomo legato alla terra e alla cultura contadina

“Ignazio Silone, un uomo vissuto nella discrezione e nel rifiuto di ogni forma di esibizionismo in politica, nella letteratura e nella vita, ideali e riflessioni validi ancora oggi”.
Parole del sindaco del Comune di Pescina (L’Aquila) Stefano Iulianella, nella rubrica Anci AccaddeDomani per celebrare il grande scrittore a centoventi anni dalla sua nascita.
Silone si è sempre definito con orgoglio un “terrone” legato alla sua terra e alla cultura contadina, ma è stato anche un uomo dove per tutta la vita ha prevalso l’istinto rivoluzionario.
Così commenta Iulianella: “il nostro secolo, spiega Silone nel saggio Promiscuità e comunità, sembra essere quello delle masse e della solitudine, gli uomini sono ridotti a una informe spazzatura, ovunque domina il caos. Lo scrittore rivendica invece una comunità che è ordine, armonia, amicizia, spontaneità, fraternità. Silone realizza il profondo bisogno di libertà, di comunità di amicizia, di buon vicinato, ideali che per lui rappresentano l’àncora di salvezza per il genere amano”.
Per il saggista e critico letterario Filippo La Porta, lo scrittore si è sempre dimostrato particolarmente sensibile alla questione meridionale. E’ del 1933 la pubblicazione del romanzo Fontamara, dove fanno da protagoniste le condizioni di estrema povertà dei poveri contadini sfruttati dai proprietari locali, i cafoni del sud del mondo.

Nel 1965, ha visto la luce Uscita di sicurezza, una raccolta di saggi, tra i più importati memoriali politici del secolo scorso.
“Silone – spiega il saggista – è stato oggetto di censura o di discredito perché apparteneva alla terza forza, all’area di democrazia laica schiacciata tra le due chiese simmetriche del nostro Paese, il partito comunista e la democrazia cristiana”. Secondo La Porta, Silone “si è sempre schierato dalla parte dei cafoni, umiliati e offesi e ha sempre pensato che gli umiliati offesi non vanno mai identificati con un partito politico, il suo ideale – conclude il saggista – era di estendere all’intera società l’esigenza etica che nasce nella sfera personale dell’individuo”.