• Febbraio 12, 2016
di anci_admin

Notizie

Istruzione – QELSole24Ore, da Unificata via libera al IV piano nazionale azione tutela diritti dei soggetti in età evolutiva

di Marilù Chiofalo - Assessore politiche socio-educative e scolastiche Comune di Pisa, Annama...

di Marilù Chiofalo – Assessore politiche socio-educative e scolastiche Comune di Pisa, Annamaria Palmieri – Assessore alla scuola e all’istruzione del comune di Napoli,
Mariagrazia Pellerino – Assessore servizi educativi del Comune di Torino (*)
 
Il piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti dei soggetti in età evolutiva, che è stato approvato ieri in sede di Conferenza Unificata (si veda la bozza del documento), ha visto al lavoro in grande sinergia interistituzionale: ministeri, enti territoriali, ordini professionali, privato e sociale.
L’osservatorio
L’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, infatti, ricostituito con decreto del Ministro Poletti nel giugno 2014 ha finalmente occupato un vuoto che da qualche anno si assommava ai segnali di crisi che – da più parti segnalati sul tema dei diritti dell’infanzia – si erano tradotti in frammentazione delle pratiche e degli interventi, in difficoltà a garantire livelli essenziali, ma anche e soprattutto in assenza di indirizzi politici coerenti che potessero tradursi in piani di interventi integrati e pluriennali. L’Anci ha sentito l’urgenza, in tempi di spending review, di sedere costantemente con i propri delegati ai tavoli dell’Osservatorio, non solo per alzare il "grido di dolore" dei Comuni di fronte al progressivo depauperamento di risorse e al restringimento dei margini di azione, dovuti al patto di stabilità, ma anche per collaborare attivamente ad una visione diversa, nuova, sulle strategie per l’infanzia che sapesse tenere insieme globale e locale, le misure per la salute, per l’integrazione sociale, per l’educazione e il successo formativo e scolastico, per la genitorialità decise dal centro e le esigenze manifestate in periferia, nei luoghi di prossimità, esigenze di cui i Comuni costituiscono di fatto il primo front office. Abbiamo, insieme, portato avanti l’idea che tutte le materie andassero trattate come singoli accordi di un unico grande spartito. Gli elementi comuni a tutti i gruppi di lavoro che hanno collaborato al piano sono stati: in primis la concretezza, ovvero l’esigenza di non scrivere «libri di buone intenzioni» ma di concepire azioni certe e concretizzabili; richiamo alla trasversalità, alla necessità che il coordinamento tra i diversi attori non fosse solo affermazione di principio, ma indicatore di qualità del lavoro e delle misure. Troppa frammentazione, nelle scelte e negli interventi, spesso interrotti perché non finanziati in modo pluriennale, ha causato negli ultimi anni a livello locale una sorta di paradosso del doppio vincolo: da un lato le affermazioni di principio, il dover essere e dover fare, a volte prescritto dalla legislazione, dall’altro i margini sempre più ristretti di azione e di finanziamento, la disomogeneità delle scelte effettuate dalle singole parti della nazione, da Nord a Sud.
Il ruolo della scuola
Un dato di sicuro interesse è che in tutte le quattro macro aree identificate come tavoli di lavoro (povertà infantile, qualità dei servizi educativi e della scuola, integrazione e inclusione sociale, genitorialità) c’è stato un filo comune ossia la consapevolezza della centralità della scuola, come luogo di educazione promozione e prevenzione del disagio e delle fragilità, su cui bisogna investire tutti insieme senza mai perdersi di vista, dal momento della programmazione a quello degli stanziamenti, dell’investimento e del coordinamento per la qualità.
Speriamo che l’iter di attuazione del piano veda la stessa sinergia, lo stesso coordinamento e la stessa intesa fattiva (da Nord a Sud, dal centro ai territori). In una parola la stessa alleanza che ha contraddistinto il metodo di lavoro dell’Osservatorio, affinchè tutti i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi che vivono in Italia, quale che sia la loro situazione sociale, economica, geografica di partenza, abbiano le stesse opportunità di accesso alle misure di qualità previste, siano esse educative, sanitarie, sociali, di accesso ai servizi. Combattere fragilità e disuguaglianze a monte, tutti insieme, mettendo ordine e arretrando gli intrecci si può: basta volerlo, basta che i decisori politici nazionali lo vogliano.
(*) Componenti Anci dell’Osservatorio Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza