- Dicembre 3, 2013
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Immobili statali – In Gazzetta ufficiale il decreto del Demanio su aggiornamento elenco proprietà
A Firenze ville monumentali come il complesso Bardini e palazzi storici come Buontalenti; a Genova...A Firenze ville monumentali come il complesso Bardini e palazzi storici come Buontalenti; a Genova, il caseggiato del disciolto Partito nazionale fascista di via Giustiniani, strutture militari di importanza storica come la caserma La Marmora di Gorizia, l’ex Forte Pozzarello sul Monte Argentario; a Roma le caserme Reni e Nazario Sauro. Sono soltanto alcuni degli immobili che l’Agenzia del demanio ha dichiarato essere di proprietà dello Stato. L’elenco, un decreto a firma del direttore Stefano Scalera e pubblicato sull’ultima Gazzetta ufficiale, risponde alle disposizioni previste dal decreto legge 351/01 "Disposizioni urgenti in materia di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sviluppo dei fondi
comuni di investimento immobiliare", in particolare all’articolo secondo cui "per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato, l’’Agenzia del demanio individua, i singoli beni, distinguendo tra beni demaniali e beni facenti parte del patrimonio indisponibile e disponibile". Il decreto ha effetto dichiarativo della proprietà.
Tra i vari immobili nell’elenco, anche la settecentesca Villa Favorita a Ercolano, mentre a Roma strutture di particolare rilievo come l’ex caserma Guido Reni, vicino al museo Maxxi, sulla quale pende l’ipotesi di una conversione in un laboratorio della creatività o in Casa della Moda, le officine meccaniche di viale Angelico, la caserma Nazario Sauro già caserma Principe di Napoli di via Lepanto, il famoso palazzo degli Esami di Stato di via Induno; il compendio ex industriale di Rio Marina, il palazzo dell’ex Federazione fascista di Mantova, a Modena i magazzini dell’ex commissariato Taliero, già utilizzati come centro raccolta aiuti in favore dei profughi albanesi, l’ex Caserma Garibaldi di Modena. Anche Venezia è ricompresa nell’elenco, con la ex Piazza d’Armi di Sant’Elena e l’ex Padiglione Grande a Venezia.
Contro il decreto si può fare ricorso amministrativo all’Agenzia del demanio entro sessanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. (com/gp)