• Settembre 1, 2015
di anci_admin

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Immigrazione – Honsell: “A Udine gli immigrati hanno riqualificato la caserma che li ospita”

“L’impiego di immigrati per lavori di riqualificazione urbana non credo sia una strada m...

“L’impiego di immigrati per lavori di riqualificazione urbana non credo sia una strada molto agevole da percorrere; penso alle autorizzazioni necessarie, a questioni di sicurezza e alla formazione perché non ci si improvvisa netturbini, giardinieri o sfalciatori d’erba. Credo invece che permettere ai migranti di prendersi cura dell’alloggio che li ospita, mantenendolo pulito e in ordine sia una soluzione più fattibile. Questo facciamo a Udine nella caserma Caverzerani dove ospitiamo 300 immigrati che attendono lo status di rifugiato”. Così il sindaco di Udine, Furio Honsell, commenta l’iniziativa del collega di Bari Antonio Decaro che la scorsa settimana ha rilanciato una proposta già attiva ad Udine da luglio ovvero quella di far fare piccoli lavori di riqualificazione urbana ai tanti migranti ospitati nei Comuni italiani.
“Abbiamo una convenzione con la Prefettura – spiega Honsell – che, con l’aiuto della Forestale e della Croce Rossa, ci ha permesso di utilizzare la mano d’opera dei migranti per rendere agibile una nostra ex caserma dismessa. L’impiego in altre aree della città però – rimarca il sindaco di Udine – lo vedo problematico anche perché occorrerebbero assicurazioni sulle persone, formazione ad hoc, mediatori culturali”.
Oltra ai 300 della caserma Caverzerani, Udine ad oggi ospita altri 400 immigrati circa, “di cui 70 ospitati nel sistema Sprar, 150 in appartamenti e altri 150 sparpagliati in città e sono queli che preoccupano di più”. Anche su questi “l’impegno – riferisce ancora Honsell – è quello di dare un senso alla loro presenza in città. Si tratta, in gran parte, di ragazzi nel pieno delle loro forze che possono essere utilizzati per rendere migliore la struttura che li ospita. Voglio dirlo a bassa voce – conclude Honsell – ma nella Caverzerani si respira un’aria di tranquillità e di collaborazione, pur essendo questi posti come delle polveriere sul punto di esplodere e in Friuli abbiamo 102 chilometri quadrati di aree militari, dismesse in seguito alla caduta del Muro di Berlino…”. (ef)