• Aprile 15, 2015
di anci_admin

Comunicati Stampa Anci

Immigrazione – Biffoni, cittadinanza da riformare, diventi incentivo all’integrazione

 ‘’L’attuale disciplina italiana sulla cittadinanza è superata, e la s...

 ‘’L’attuale disciplina italiana sulla cittadinanza è superata, e la sua modifica rappresenta una priorità per affrontare in maniera più efficace un tema aperto sui territori e al contempo favorire l’integrazione dei cittadini di origine straniera. Oggi i percorsi di coesione sociale vengono ostacolati, e non accompagnati, dalle norme vigenti. Inoltre, la presenza di tanti cittadini ‘di fatto’ ma non ‘di diritto’, che cioè non possono esprimere le proprie istanze attraverso il diritto di voto, produce un vulnus di rappresentanza che rende più deboli le istituzioni, a partire dai Comuni’’. Lo afferma Matteo Biffoni, delegato ANCI all’Immigrazione, al termine di un seminario sul tema organizzato oggi per iniziativa della Commissione Immigrazione ANCI, presieduta da Irma Melini. ‘’Un seminario – ha detto quest’ultima – che vuole porsi come stimolo per la ripresa dei lavori in Parlamento sulla riforma della legge sulla cittadinanza’’.
Biffoni e Melini hanno ricordato alcuni dati: “Gli stranieri in Italia rappresentano oggi l’8% della popolazione totale, e nel 2065 arriveranno ad essere il 22%. In particolare, i minori con cittadinanza straniera regolarmente residenti in Italia, nel 2011 erano quasi un milione, di cui circa 665.000 nati in Italia, con un’incidenza sul totale dei minori, italiani e stranieri, del 10%. Inoltre nel 2012 i nati in Italia da genitori stranieri hanno rappresentato il 15% rispetto al totale nazionale di nascite. Quella delle seconde generazioni, dunque, è una realtà stabile e ben radicata nella composizione sociale del Paese”.
A fronte di questi dati, però, “le norme sulla cittadinanza – sottolinea Biffoni – sono oggi molto restrittive: chi nasce in Italia può chiederla solo al compimento dei 18 anni, ma almeno un terzo di coloro che ne avrebbero diritto non la ottiene, correndo il rischio di venire espulsi verso un Paese in cui non hanno mai vissuto. D’altro canto la cittadinanza per naturalizzazione può essere richiesta solo dopo 10 anni di residenza ininterrotta sul territorio nazionale, ed i tempi per ottenerla si allungano in media di altri 4/5 anni”. 
 
L’ANCI segue con attenzione e continuità da almeno un decennio il tema della cittadinanza e della partecipazione dei cittadini stranieri alla vita democratica delle città. “La normativa va adeguata alla realtà del fenomeno migratorio italiano e alle legislazioni degli altri paesi europei, a partire dall’introduzione di meccanismi di riconoscimento della cittadinanza per nascita, procedure più snelle che consentano di ridurre i tempi burocratici, oggi ancora molto lunghi, meno discrezionalità nelle decisioni”.
 
Infine, Biffoni precisa: ‘’Gli accadimenti di questi giorni, con nuove ondate di migranti e nuove tragedie nei nostri mari, hanno dato nuovamente la stura alle argomentazioni di chi sostiene che una facilitazione dell’acquisto della cittadinanza comporti un incentivo all’immigrazione. I dati però dimostrano che la correlazione tra acquisto della cittadinanza e immigrazione è più tenue e indiretta di quanto comunemente si pensi: nonostante la legislazione restrittiva sulla cittadinanza, la presenza migrante in Italia ha subito un forte processo di stabilizzazione. Una moderna legge sulla cittadinanza permetterebbe anzi una gestione migliore, più ordinata, di un fenomeno strutturale della nostra società”.