• Novembre 19, 2013
di anci_admin

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Il grido di dolore dei sindaci: “Scenari da Apocalisse e tragedie annunciate, subito fondi per dissesto idrogeologico”

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Il grido di dolore dei sindaci: “Scenari da Apocalisse e tragedie annunciate, subito fondi per dissesto idrogeologico”

"Strade e ospedali allagati, case distrutte, centinaia di sfollati dappertutto. Lo scenario è da apocalisse e i Comuni colpiti sono allo stremo". E’ quanto riferisce al sito Anci il segretario generale di Anci Sardegna, Umberto Oppus, testimoniando lo strazio dell’isola colpita nelle ultime ora da una serie eccezionale di bombe d’acqua, che ha provocato finora 18 morti. “I problemi sono dappertutto. Oltre alle abitazioni, le campagne sono tutte allagate e i danni al momento non hanno una stima precisa". Oppus riferisce come le zone più colpite siano, oltre all’hinterland di Olbia, il Sud della Gallura, l’oristanese e la zona attorno a Nuoro.
Alle popolazioni e agli amministratori dei territori colpiti si sono strette tutte le maggiori cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al premier Enrico Letta, che ha convocato un Consiglio dei ministri per decretare lo stato di emergenza nella Regione. E tutti i sindaci, a partire dal presidente dell’Anci Piero Fassino, rivolgono oggi un pensiero di cordoglio alla popolazione sarda. Il delegato Anci alla Protezione civile e sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, raccoglie il grido di dolore dei primi cittadini sardi: ‘’Ancora una volta – dice – ci troviamo a dover affrontare le conseguenze catastrofiche, in termini di vite umane e danni materiali, di eventi climatici. La Sardegna e’ l’ultimo caso, in ordine di tempo. Da ormai troppi anni, piangiamo i morti, quantifichiamo in euro i danni a citta’, campagne, aziende, e puntualmente arriviamo alla considerazione che fare prevenzione avrebbe potuto evitare almeno i lutti e, in gran parte, limitato i dissesti. Da anni – denuncia – non investiamo nulla per mettere in sicurezza i territori che franano o gli argini di fiumi che concretamente non esistono piu’, solo per citare le due situazioni piu’ ricorrenti. Se pensiamo che nella legge di stabilita’ sono previsti solo 30 milioni di euro per questa voce, ovvero praticamente nulla, e’ evidente che occorre ben altro”. Boccali, e con lui tutti i sindaci sardi, auspica “che le spese che i Comuni sosterranno per la ricostruzione dei territori devastati siano escluse dai vincoli del Patto di stabilità”.
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi “urla” la necessità di passare dallo stanziamento di 30 milioni allo stanziamento di 500 milioni per la messa in sicurezza dei territori, mentre uno dei sindaci dei Comuni più colpiti, Antonio Satta di Padru, invoca “interventi immediati e consistenti”, evitando “che si perda tempo in diatribe politiche”. Il presidente di Anci Sardegna, Cristiano Erriu, si rivolge con una lettera a Fassino affinché l’Anci si attivi presso il governo per “porre in essere tutte le azioni necessarie a fronteggiare questo immane disastro naturale", chiedendo "oltre alla previsione di adeguati stanziamenti, un provvedimento che elimini i vincoli del Patto di stabilità nei Comuni colpiti".
Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, affida a Facebook la sua riflessione: "Oggi è il tempo del dolore e della vicinanza alle comunità e ai familiari delle vittime di questa ennesima tragedia. Dei ringraziamenti a chi, in queste ore, sta mettendo a disposizione ogni sua forza per dare una mano. Ma da domani, per evitare altri lutti, nessuno dovrà dimenticare quanto sta accadendo. La messa in sicurezza del territorio, gli investimenti nella prevenzione del dissesto idrogeologico, il non consumo del suolo devono essere le vie da seguire”. Anche il sindaco di Imola e presidente di Anci Emilia-Romagna, Daniele Manca, punta il dito contro “la morsa dei tagli e del Patto di stabilità”, mentre Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia, evidenzia ricorda che “in tutto il Paese rimane altissimo il livello del rischio idrogeologico e questa è una delle più importanti emergenze su cui lavorare, poiché gli eventi della Sardegna potrebbero ripetersi anche in altre Regioni. È necessario pertanto porre rimedio all’abbandono e all’incuria dei territori liberando risorse per la prevenzione di fenomeni calamitosi e da utilizzare per la messa in sicurezza di fiumi, argini e sedi stradali”. (mv)