- Ottobre 17, 2014
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Il commissario alla spending review Carlo Cottarelli apre un nuovo fronte: in Italia ci sono troppi enti locali, vanno accorpati o fusi. E scoppia la polemica
Tempi duri per i Comuni: il governo vuole cancellarne una parte Il commissario alla spending review ...Tempi duri per i Comuni: il governo vuole cancellarne una parte Il commissario alla spending review vuole «potare» i piccoli Comuni, e l’Anci insorge: «Se continuiamo così, la selezione sarà naturale perchè tra tagli continui nei trasferimenti, nessuna certezza che ti consenta di fare la minima programmazione e responsabilità personali sempre più grandi, di candidati sindaci in giro ce ne saranno sempre meno». E’ la replica di Angelo Tosoni, sindaco di Valeggio sul Mincio, che parla però in veste di vice presidente dell’Associazione dei Comuni del Veneto. Sulla sedia è sobbalzato anche lui, ieri, quando il commissario Cottarelli, in audizione alla Commissione tributaria della Camera, ha detto: «I Comuni italiani sono troppi e vanno accorpati, fusi». Nulla di nuovo, verrebbe da dire, se non altro perchè c’è una legge del 2010 (decreto 78) che impone ai piccoli Comuni (che nella definizione che ne fa il Senato sono quelli sotto i 5 mila abitanti) l’aggregazione di alcune funzioni fondamentali entro il prossimo 31 dicembre. E il problema anche nel veronese c’è, eccome: a sentirsi «sotto assedio» sono 51 paesi, cioè più della metà di quelli, tolta Verona, della provincia. Solo bastone? No, perchè Cottarelli ha fatto capire di voler trasporre anche sui Comuni le premialità messe in campo per far piazza pulita delle partecipate, cioè «meccanismi di incentivi alla fusione».
L’obiettivo sulla carta è chiaro: ridurre i costi, creare organismi più efficaci ed efficienti, maggior coordinamento tra gli enti locali. Entro il 31 dicembre, intanto, i Comuni devono aggregare le funzioni fondamentali che sono amministrazione, gestione e controllo, polizia locale, istruzione pubblica, viabilità e trasporto, territorio e ambiente, sociale. Ventiquattro Comuni veronesi, cioè quelli che compongono le sette Unioni esistenti, in buona parte già lo fanno da anni. Il punto critico, per quelli che invece ci stanno lavorando, è la forma: aggregazione, convenzione, unione, fusione. L’adempimento normativo per i sindaci è una sorta di spada di Damocle perchè la Prefettura è assolutamente vigile rispetto alla verifica dell’attivazione dei Comuni verso l’aggregazione. Se non c’è, scatta il commissariamento. Ma non è così semplice. Perchè in mezzo ci sono varie specificità: quelle dei Comuni fino a 3 mila abitanti (che nel veronese sono 32, cioè uno su tre) e quelle dei Comuni montani che sono invece 16. La strada, però, sembra segnata: c’è l’obbligo di aggregazione delle funzioni, ma anche quello di costituire aggregazioni per le gare d’appalto attraverso le centrali uniche di committenza. C’è la Regione che mette sul tavolo 7 milioni di euro per aiutare i sindaci ad avviare i processi di associazione, e che dà punti in più (come fa la l’Europa) a progetti sovracomunali. «L’aggregazione dei servizi spesso nasce dai territori ed è dunque virtuosa. Qui, invece, ci sono solo forzature che motivano un forte ostruzionismo su qualcosa, come la riduzione dei Comuni, che è innaturale. E’ una vergogna che venga individuato il Comune come l’ente sprecone. Vogliono farci intendere che una entità più grossa faccia meno buco». Tosoni non dimentica il ruolo che ha: «Sono in Anci che è al fianco dei Comuni per accompagnarli in questo percorso. Molti sindaci si aspetterebbero levate di scudi che sono impossibili per un organismo trasversale come questo, ma se all’exploit di Cottarelli aggiungiamo la notizia che la morsa per i Comuni sarà ancora più stretta non ho dubbi. Lunedì c’è ufficio di presidenza di Anci Veneto, questa cosa sarà sul tavolo, dobbiamo capire quale iniziativa mettere in campo». Perchè si fa presto a dire taglia, dicendo addio ad identità e patrimoni senza rammentare però imposte e tasse che cambiano ogni anno (e con esse i criteri di calcolo) e costringono i Comuni a rinnovare il parco computer se non addirittura a prestarsi i tecnici, oppure «scordandosi di dire che i Comuni hanno sì alzato le tasse per 8 milioni, ma si sono visti tagliare risorse per 20».