- Febbraio 7, 2022
Consulta Città Medie Anci
Gli studi di MediAree verso una definizione comune di Città Media
Definire la Città Media e valutare il modello dell’unione dei comuni come possibile strumento di coordinamento delle politiche di area vasta. Sono questi gli obiettivi dei due studi preliminari condotti nel quadro del progetto “MediAree – Next Generation City” presentati alla Consulta delle Città Medie di Anci
Definire la Città Media, identificandone la reale dimensione territoriale, e valutare il modello dell’unione dei comuni come possibile strumento di coordinamento delle politiche di area vasta. Sono questi gli obiettivi dei due studi preliminari condotti nel quadro del progetto “MediAree – Next Generation City” che sono stati presentati alla Consulta delle Città Medie di Anci tenutasi in modalità telematica il 3 febbraio scorso, a cui hanno partecipato più di 40 Città Capoluogo.
La pandemia ha fatto emergere quanto, rispetto alle grandi città, le Città Medie siano più sostenibili, più vivibili, più sane e più prossime ai bisogni dei cittadini. Sono modelli di sviluppo urbano a cui guardare e ispirarci per costruire la Next Generation City.
“È urgente assegnare alla Città Media una categoria specifica di città, prendendo atto delle funzioni che svolge di area vasta” ha commentato il Presidente della Consulta e Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli “noi Sindaci e Comuni ci stiamo impegnando al massimo per fare dei nostri territori il motore propulsivo del cambiamento, chiamati ora più di prima, con il PNRR, a progettare interventi e risorse in una dimensione di area vasta. Abbiamo province svuotate e piccoli comuni che sempre più si rivolgono a noi. Dobbiamo essere messi nelle condizioni, in un quadro chiaro di procedure e strumenti, di lavorare insieme a quei comuni vicini senza che gravino sulle nostre spalle. Questi lavori e il progetto MediAree costituiscono un’importante base per giungere a una definizione di Città Media che ne riconosca il valore, il significato e il ruolo cruciale nel nostro Sistema Paese.”
Presentate dalla responsabile della Consulta Anci e della Cabina di Regia MediAree, Raffella Florio, queste ricerche proseguiranno per fornire alle Città Medie un solido e approfondito supporto di analisi. Il tentativo di perimetrare i territori delle Città Medie è partito misurando il livello di connessione dei comuni con il capoluogo-polo di attrazione e ne è affiorata una situazione molto variegata. Con aree intorno ai capoluoghi più compatte (in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia), aree con connessioni meno forti (in Abruzzo, Molise e Sardegna) e aree che travalicano i territori provinciali (come nel caso dell’area costiera romagnola compresa tra Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Pesaro). Ovunque, però è evidente la presenza di un territorio di area vasta che gravita intorno e sul capoluogo, composto mediamente da 30 comuni e 300.00 abitanti. L’osservazione delle più grandi unioni dei comuni italiane ha poi evidenziato che l’Unione è un modello di associazionismo intercomunale che, nella dimensione della Città Media, può garantire reali vantaggi per la programmazione e gestione delle politiche di area vasta. La necessità di un’autonomia delle Città Medie nel complesso della riorganizzazione territoriale e istituzionale del Paese è ribadita dal Sindaco di Bergamo Giorgio Gori “la Città Media è un sistema territoriale di area vasta, con caratteristiche proprie e diverse dalla città metropolitana, dal piccolo comune e dalla provincia. Se non condividiamo in Anci una posizione per proporre la realtà della Città Media, rischiamo che una parte consistente, rappresentativa e, come spesso ripetiamo “ossatura” del nostro Paese, rimanga fuori dal percorso di ridefinizione del Sistema Italia.” Il presidente Ghinelli ha concluso i lavori affermando che già dalle prossime settimane avvierà, nell’ambito della Consulta, un percorso finalizzato alla redazione di una proposta per la definizione della Città Media.