- Luglio 15, 2013
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Giustizia Dl 78 – Anci al Senato, risorse inserimento lavorativo detenuti fuori da tetto spesa personale
Lo svincolo dalla spesa per il personale delle somme conferite per l’occupazione dei detenuti ...Lo svincolo dalla spesa per il personale delle somme conferite per l’occupazione dei detenuti a favore degli enti locali; ed una maggiore elasticità per i voucher che possono essere concessi ai detenuti impegnati in lavori in favore della comunità locale. Sono le principali richieste di emendamenti avanzate dall’Anci nel corso dell’audizione davanti la commissione Sanità del Senato, nell’ambito della conversione in legge del decreto legge n. 78 che dispone misure urgenti in materia di esecuzione della pena. A rappresentare il punto di vista dell’Anci è stato Marco Carrai, assessore alla polizia municipale del Comune di Padova, che si è soffermato, su richiesta dei commissari, sui contenuti del protocollo di intesa stipulato tra Anci e Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia), per il reinserimento lavorativo dei detenuti. Un accordo che coinvolge già 555 detenuti e che vede il Comune di Padova tra le amministrazioni più attive nella sua realizzazione.
La “richiesta di svincolare le somme dalla spesa del personale è importante perché la sottrae ai numerosi vincoli e restrizioni che la contraddistinguono”, spiega Carrai al termine dell’audizione, cui ha preso parte anche Antonio Ragonesi, Responsabile Area Infrastrutture, Sicurezza e Protezione Civile dell’associazione. Quanto poi alla flessibilità sui voucher, siamo di fronte ad una idea di buon senso, necessaria per non appesantire troppo con regole rigide la gestione da parte dei Comuni. “Se stabiliamo che i voucher debbano valere 10 euro l’ora in maniera rigida, il loro uso sarebbe limitatissimo senza alcun beneficio né per i detenuti, né per la comunità”, precisa Carrai. Per questo bisogna trovare un “punto di equilibrio tra le esigenze di inserimento dei detenuti, e quelle di flessibilità delle amministrazioni”.
Altro tema evidenziato dall’associazione riguarda la previsione, contenuta nel decreto, di forme di lavoro di pubblica utilità, a titolo gratuito per lo Stato e per i detenuti, ma non per i Comuni che devono farsi carico di costi aggiuntivi per attivarle. Secondo l’Anci è importante che queste forme di lavoro rispettino comunque dei programmi precisi come quelli previsti dal protocollo stipulato con il Dap che stabilisce una forma di compenso seppur simbolico per il detenuto. Tutto questo per far sì che “i lavori siano reali e in favore dei bisogni della comunita’ locale – conclude Ragonesi – e non comportano solo spese per i Comuni e poche motivazioni per i detenuti coinvolti”. (gp)