• Gennaio 27, 2023
di Redazione Anci

Giorno della memoria

Giornata della memoria, il ricordo e il monito dei sindaci per non dimenticare

Da Milano a Ferrara, da Firenze, Arezzo, Trieste, Roma, Napoli, Bari ma anche Pesaro e Palermo: tante le iniziative nei Comuni e il ricordo dei sindaci per non dimenticare le vittime dell'Olocausto
Giornata della memoria, il ricordo e il monito dei sindaci per non dimenticare

Non solo il ricordo ma anche un monito, soprattutto per i giovani, perché la storia non si ripeta più. I sindaci italiani, nella Giornata della memoria delle vittime dell’Olocausto, hanno fatto sentire la propria voce da Milano a Ferrara, da Firenze, Arezzo, Roma, Napoli, Bari ma anche Caserta, Trieste, Vicenza, Pesaro e Palermo.
“Essere qui per noi, oggi, significa essere testimoni di una storia. Come ho detto ieri salutando i ragazzi in partenza con il Treno della memoria, che oggi raggiungeranno Berlino per poi spostarsi a Cracovia, siamo noi i custodi di quella storia che tra qualche anno non avrà più  superstiti”. Lo ha ricordato il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a margine della deposizione di una corona di fiori presso la targa  nella sala consiliare di Palazzo di Città che ricorda Filippo D’Agostino, sindacalista, consigliere comunale di Bari, antifascista e medaglia d’oro al valor militare, deportato e ucciso nel lager  nazista di Mauthausen.
“Mai come in questo momento, nel quale ritornano in Europa venti di intolleranza e violenza, è fondamentale ricordare, ricordare sempre con grande impegno questo momento così buio della storia. È importante farlo soprattutto per le nuove generazioni, è un monito per evitare di ripetere gli errori del passato”. È questo il messaggio lanciato dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervenuto questa mattina in via Luciana Pacifici per la deposizione di una corona di fiori nella strada intitolata alla bambina di famiglia ebrea, nata a Napoli, morta a soli otto mesi su un vagone che la stava portando ad Auschwitz.
A Ferrara invece il sindaco Alan Fabbri ha ricordato le storie degli ebrei perseguitati, tra gli altri un pensiero è stato rivolto a uomini come Gino Ravenna, uno dei 29 campioni della Palestra Ginnastica Ferrara che rappresentò l’Italia nel concorso generale di ginnastica artistica a squadre di Londra 1908 e che, insieme a quasi tutta la sua famiglia, morì ad Auschwitz nel 1944. Fabbri ha sottolineato anche il valore del coraggio di “chi ha contrastato apertamente la barbarie, a costo della propria esistenza e di quella dei propri cari” e l’iniziativa, tra le tante, di accendere Castello di blu, il colore dei ricami del tallèd ebraico, realizzata d’intesa con la Comunità ebraica di Ferrara e la Provincia.
Un richiamo alla consapevolezza che soprattutto le giovani generazioni devono maturare viene dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla che ha affermato: “E’ compito delle istituzioni vigilare sull’insinuarsi di sentimenti razziali nelle nostre comunità, soprattutto nelle giovani generazioni più vulnerabili ed esposte alle trappole culturali del web, e fare in modo che i  principi di uguaglianza stabiliti dalla Costituzione siano valorizzati nel percorso educativo e formativo dei nostri ragazzi”. Mentre a Firenze una cerimonia ha ricordato il luogo simbolico, il binario 16 della stazione Santa Maria Novella, dove partivano i treni che portavano le persone nei campi di sterminio. “Firenze ricorda con grande partecipazione quel terribile anno, il 1943 – ha affermato il sindaco Nardella -. La memoria e la cultura sono gli antidoti più potenti contro l’antisemitismo e contro ogni forma di violenza e discriminazione”.
Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, in questa giornata ha voluto ricordare le parole della senatrice Liliana Segre: “L’indifferenza è più colpevole della  violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo”. Mentre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri incontrando gli studenti di un liceo romano: “E’ giusto ricordare che gli ebrei sono stati, oltre che oggetto di discriminazioni millenarie, anche l’unico  popolo che ha subito un tentativo di sterminio su questa scala, un  caso unico nelle sue dimensioni, con metodi anche industriali.  Dobbiamo ricordare, ricordare, ricordare”.
“La Giornata della Memoria ha questo  compito: non dimenticare ed educare alla tolleranza, alla giustizia, alla pace. Forse il compito più difficile è quello di limitare il  periodo i soli libri di storia perché così ridurremo la portata e il  valore del 27 gennaio. Lo sforzo comune – ha ricordato il sindaco di Torino, Stefano Lorusso – è quello di  far vivere il giorno della memoria tutti i giorni con gesti quotidiani e respingendo comportamenti di sopraffazione e odio”. A Milano, invece, sono state commemorate le vittime del nazifascismo recluse, torturate e uccise nell’ex Albergo Regina, in via Silvio Pellico, diventato dal 13 settembre 1943 al 30 aprile 1945 sede del comando nazista a Milano. La cerimonia si è svolta con la deposizione di una corona d’alloro davanti all’edificio di fine Ottocento, che 80 anni fa venne trasformato nel quartier generale delle SS. Una targa ricorda le atrocità che vi furono commesse.
“La memoria come vaccino contro l’indifferenza” è quanto ha sottolineato il sindaco di Caserta, Carlo Marino ricordando le parole della senatrice Segre. “Oggi il pensiero va ai milioni di ebrei vittime dell’Olocausto, deportati e barbaramente uccisi nei campi di concentramento e di sterminio, a tutto il popolo ebraico che porta ancora addosso i segni di un evento drammatico e senza precedenti e a tutte quelle altre vittime massacrate solo in quanto rom, omosessuali o disabili. Parlare di questo crimine di massa, di questa immane tragedia, è l’antidoto contro l’oblio o la sottovalutazione di episodi di odio, di violenza e di razzismo”.
Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha partecipato a Oswiecim alle cerimonie per il 78° anniversario della Liberazione da  parte dell’Armata Rossa del campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau. La delegazione  aretina è stata ricevuta dal sindaco di Oswiecim Janusz Chwierut: insieme è stata riconosciuta e sottolineata la efficacia e la  concretezza del gemellaggio che dal 2009 lega le città di Arezzo e di Oswiecim.
”Mai dimenticare la follia, la  barbarie, il male assoluto rappresentati dalla Shoah – ha detto il  sindaco Ghinelli. – Essere qui oggi testimonia la volontà di mantenere vivo il ricordo e, insieme, il rifiuto, definitivo, di qualsiasi  ideologia che non riconosca dignità agli esseri umani”.
“Il Giorno della Memoria di quest’anno ha una luce ancora più forte e calda. In questi ultimi anni si è sempre più sopita la voce di coloro che usano la memoria solo per rinfocolare le divisioni e tornare ad accendere la violenza. Tutto ciò non è il frutto del caso, ma il risultato di un percorso di  pacificazione e di verità che ho fortemente voluto intraprendere e  incoraggiare”. Lo ha detto nel suo intervento alla cerimonia alla Risiera di San Sabba il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. E’ stata poi inaugurata la mostra: “Rammentare le vittime, ammonire i  viventi. La Risiera di San Sabba a Trieste negli scatti di Marino Ierman”.
Per celebrare il Giorno della Memoria a Vicenza si è tenuta una cerimonia in piazza Matteotti, accanto alla lapide in ricordo degli ebrei deportati da Vicenza ad Auschwitz, dove è stata deposta una corona d’alloro.
“Ricordare non è solo un dovere. È un diritto – ha rimarcato il sindaco Francesco Rucco – Il diritto di sapere fin dove può spingersi la malvagità dell’uomo. Dove portano la discriminazione, l’ingiustizia, la propaganda di un’ideologia malata. Ricordare rafforza la consapevolezza che il male non è mai banale e si alimenta dove trova indifferenza. La memoria è un valore collettivo. Che va nutrito per arrivare anche dove trova difficoltà di ascolto. Un compito che Istituzioni e scuole devono sentire come prioritario. Noi lo sentiamo e consideriamo le pietre d’inciampo tasselli fondamentali per ricostruire la memoria della Shoah. Le abbiamo fortemente volute, incastonate in luoghi simbolo della nostra città perché ne rappresentino una parte integrante. Perché ci si possa fermare e riflettere, o anche inciampare, e chiedersi come è stato possibile”.