- Maggio 15, 2017
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Giachi: “Non ci sono risposte univoche, dipende dai territori”. Il ministro Fedeli: “Circolare del 9 marzo è transitoria in attesa sentenza definitiva”
PALERMO - “Quando si tocca il tema del cibo entrano in gioco dinamiche antropologiche profonde...
PALERMO – “Quando si tocca il tema del cibo entrano in gioco dinamiche antropologiche profonde che necessitano di letture articolate. La risposta delle amministrazioni locali non può essere univoca, ma deve tenere conto delle varietà di culture, delle stratificazioni sociali e degli stili diversi che devono poi tradursi in complesse decisioni che incidono profondamente sulla vita e sulla carne viva delle comunità amministrate. Anche da questo punto di vista il nostro è un Paese lungo e variegato”. Lo ha affermato Cristina Giachi vice sindaca del Comune di Firenze, presidente commissione Istruzione Politiche educative ed Edilizia scolastica dell’Anci nel suo intervento al convegno sulle mense scolastiche che ha visto la partecipazione della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. (vedi fotogallery)
Illustrando i risultati di un’indagine promossa dall’Associazione su 25 città e che sarà rivolta a 46 comuni italiani con più di 100mila residenti, Giachi ha sottolineato come il fenomeno del pasto portato da casa, a parte il dato di Torino, è un fenomeno abbastanza circoscritto. “I bambini che usufruiscono del servizio mensa sono 216.554; mentre quelli che preferiscono portarsi il pasto da casa sono soli 5.137. In pratica per ogni 1.000 bambini che utilizzano la mensa, ce ne sono altri 24 che si portano il pasto da casa”, ha precisato l’esponente Anci.
Secondo i dati illustrati dalla vice sindaca fiorentina durante il convegno palermitano, che ci descrivono ciò che accade in oltre 1.200 plessi scolastici, che ospitano 350.350 bambini delle scuole primarie, solo in 8 comuni, tra i 25 al momento interpellati, il fenomeno del pasto portato da casa è presente. Il caso più evidente da questo punto di vista è quello di Torino, dove risultano 4.057 casi (il 79%) dei 5.137 complessivamente osservati nelle 25 città, mentre nelle altre 7 città il fenomeno è modesto”.
Da questo punto di vista l’esponente Anci ha sottolineato come la lettura politica di questo dato cambia: in alcuni casi si tratta “di una presa di distanza o di una protesta contro il servizio di refezione pubblica, in altri casi siamo di fronte ad un ritardo o pregiudizio culturale che ancora non ha fatto avvicinare tante famiglie alla dimensione pubblica del servizio mensa”.
Tornando, infine, sulla ricaduta della nota diramata dal Miur lo scorso 9 marzo, proprio per fornire indicazioni ai dirigenti Scolastici in merito al consumo a scuola del pasto domestico, Giachi ha evidenziato come il giudizio degli amministratori su questo provvedimento sia variegato. Laddove il 25% dei comuni non si esprime, gli altri si dividono nettamente tra i giudizi negativi (50%) e positivi (50%).
In ogni caso, la presidente della Commissione Scuola dell’Anci ha ribadito come gli amministratori locali abbiano il dovere sia di “tutelare la libertà di scelta dei cittadini che possono scegliere se avvalersi di un servizio a domanda individuale come la mensa”. Ma anche e soprattutto quello di garantire “un livello standard del servizio anche nei confronti di alunni e di contesti famigliari che non possono assicurare una qualità media agli alunni”.
Da parte sua il ministro dell’Istruzione Fedeli nel suo intervento ha spiegato come la circolare dello scorso 9 marzo sia assolutamente transitoria. “Dopo la sentenza di primo grado che ovviamente rispettiamo ed in attesa di quella definitiva, ci siamo posti solo il problema di evitare che tutte le amministrazioni si muovessero in modo differenziato. Quello strumento normativo – ha aggiunto ancora Fedeli – è stato l’unico modo per evitare che a scuola si creassero discriminazioni tra i bambini che scelgono il servizio mensa e chi invece decide di portarsi il panino da casa”. In pratica grazie alla figura dei cosiddetti ‘pasti speciali’ si sono create le condizioni per non fare vivere una sorta di separazione ai bambini che non devono portare alcuna responsabilità di una situazione assolutamente transitoria”.
La stesso Fedeli ha altresì ribadito l’impegno del suo dicastero sul terreno della costruzione di una cultura della corretta alimentazione. “Abbiamo appena diramato un pacchetto con dieci linee guida per la cui diffusione chiediamo la più ampia collaborazione da parte dell’Anci”, ha concluso la ministra.
Leggi gli interventi del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, degli assessori Anna Maria Palmieri (Napoli), Barbara Evola (Palermo), Nicoletta Paci (Parma) e Federica Patti (Torino), del sindaco di Antillo, Davide Paratore e del vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo. (gp)