- Febbraio 1, 2013
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Garfagnana – Sindaco Fabbriche di Vallico: “Dopo L’Aquila qualcuno ha voluto ‘pararsi’ con l’allarme preventivo, poi sindaci lasciati soli”
“Qui qualcuno voleva pararsi. Dopo quello che è successo con la Commissione grandi risc...“Qui qualcuno voleva pararsi. Dopo quello che è successo con la Commissione grandi rischi de L’Aquila, penso che in questo caso qualcuno abbia voluto mettersi al riparo dai guai. D’altronde è la prima volta che abbiamo un allerta preventivo per un terremoto in Italia. Ma non funziona così, non può essere così: i sindaci sono stati lasciati soli, e i diversi livelli hanno scaricato, ma non si sono assunti le proprie responsabilità”. Non nasconde la polemica il sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente di Uncem Toscana, Oreste Giurlani. Lui è uno dei primi cittadini della Valle del Serchio (epicentro del fenomeno sismico in Garfagnana) che ieri si sono visti recapitare il fax con l’allerta terremoto: “La comunicazione arrivava dalla Protezione civile nazionale, ci diceva di stare in massima allerta perché si prevedevano forti scosse di terremoto”. Da allora, però, “siamo stati lasciati completamente soli. Come sindaci, ci siamo riuniti e abbiamo pensato che dovevamo innanzitutto avvertire i cittadini”. Da qui la mobilitazione, che però non è avvenuta solo tramite i social network: “I nostri volontari e le associazioni hanno fatto un grande lavoro con il porta a porta”, ricorda il sindaco. Ad ogni modo “ci siamo ritrovati – prosegue Giurlani – a gestire un lavoro immane per sistemare i nostri cittadini in strutture protette: dei 700 abitanti del mio Comune, ne abbiamo prelevati 380 dalle case, tra cui anche disabili e anziani, per sistemarli in una scuola a norma e in tre edifici che ho requisito”.
Solo questo pomeriggio arriverà nella zona il Capo della Protezione civile Gabrielli: “Forse ci dirà che l’allarme di ieri era un po’ troppo, dato che già alle 4 della notte un’altra comunicazione lo ridimensionava. Ma adesso chi se la sentirà di abbassare la guardia? Dobbiamo dire ai cittadini se possono tornare nelle loro case. Oppure predisporre un sistema di accoglienza che sia più organizzato”.
Ad ogni modo, conclude il primo cittadino, “quella di stanotte è l’ulteriore prova che bisogna rimettere mano al sistema di Protezione civile del Paese: definire i ruoli e non lasciare soli i sindaci, in questi casi, è la priorità assoluta”. (mv)