- Novembre 22, 2025
Dissesto idrogeologico
‘Fuori dal Comune’, Anci: Pianificazione e risorse per interventi efficaci, serve cabina di regia
Antonio Ragonesi, Capo area Protezione civile, cura del territorio e sicurezza urbana: “La programmazione delle risorse è tutta concentrata sulle Regioni, i Comuni hanno avuto anche una classificazione degli interventi nell’ambito del ReNDiS, ma non accedono al sistema”. Registrati a Rai play sound e riascolta la puntata integrale
“L’esigenza sul versante degli interventi idrogeologici è di avere una pianificazione di area vasta, che semplifichi le procedure, ripristini un sistema di finanziamenti strutturali e consenta di affrontare il tema della manutenzione. Il Testo unico delle disposizioni di legge sulle opere idrauliche del 1904 prevedeva un fondo strutturale presso il ministero all’epoca dei lavori pubblici. Purtroppo oggi i Comuni non hanno le risorse per poter provvedere a quella manutenzione che è uno degli aspetti più rilevanti dell’attività sui territori. Anche per i piani comunali di protezione civile mancano risorse sull’attività ordinaria e sulla prevenzione perché per tutte le attività i finanziamenti si fermano a livello regionale”. Lo ha affermato Antonio Ragonesi, capo area Protezione civile, cura del territorio e sicurezza urbana dell’Anci, intervenendo alla quinta puntata di ‘Fuori dal Comune’, la trasmissione di Gr Parlamento realizzata in collaborazione con l’Anci, che si è occupata del tema del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo.
Ragonesi ha evidenziato che “la programmazione delle risorse è tutta concentrata sulle Regioni, i Comuni da poco hanno avuto anche una classificazione degli interventi nell’ambito del ReNDiS – Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo, ma non accedono al sistema. Ma bisogna accorciare questa filiera per riuscire ad evitare quanto più possibile la frammentazione istituzionale. Mentre sull’attuazione del Pnrr i Comuni sono stati molto efficienti nella realizzazione delle opere, su una materia così importante come la gestione idraulica si fa fatica perché manca una cabina di regia e si deve fare anche i conti con l’appesantimento burocratico dei commissari straordinari”, ha aggiunto.
Dopo aver ricordato i dati dell’Ispra secondo cui il 94,5% dei Comuni è a rischio frana, alluvione o anche erosione dei versanti con un impatto su di 582 mila famiglie, 742 mila edifici e 75mila imprese, Ragonesi ha ribadito l’assoluta necessità di alleggerire il carico burocratico. “Non ci possiamo permettere dei tempi così lunghi, abbiamo un problema con la pianificazione di area vasta. Non è un caso – ha spiegato il rappresentante Anci – che gli unici interventi che si sono realizzati sono appunto quelli che erano destinati alle città metropolitane, penso appunto a quello dell’intervento della città metropolitana di Firenze”.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Ragonesi, anche Erasmo D’Angelis, giornalista e divulgatore ambientale e già capo dell’Unità tecnica di missione per il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi. “Bisogna ridurre le frammentazioni delle competenze, il governo deve essere la sede di una vera cabina di regia perché altrimenti il rischio è ogni ente vada per conto suo e questo – ha sottolineato – non è possibile con 30 milioni di italiani che vivono in condizioni di rischio idrogeologico”. A suo parere bisogna anche fare tesoro delle esperienze per programmare al meglio gli interventi, come dimostrano le esperienze di Copenaghen all’estero e di Genova in Italia, mentre la situazione ancora insoluta del fiume Seveso a Milano evidenzia ritardi nella realizzazione delle vasche di laminazione.
Nel corso della puntata sono anche intervenuti i sindaci Massimo Isola di Faenza e Viviana Fusaro di Feltre. Il primo ha testimoniato l’esperienza della città dopo l’alluvione del 2024, ed illustrato alcuni progetti recentemente approvati, tra cui un’importante area di regimazione idraulica dal costo previsto di 7 milioni di euro e le nuove casse di espansione sui fiumi Lamone e Marzeno. Fusaro ha invece presentato la buona pratica del Comune nella manutenzione della rete di briglie per il contenimento dei massi instabili e delle tante azioni che il comune del bellunese mette in campo per la prevenzione e la tutela del territorio.