- Settembre 20, 2013
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Focus Scuola – Piron: “Necessario un piano per l’infanzia e investimenti per l’edilizia scolastica”
“Devo ammettere che l’ultimo provvedimento del governo è positivo, perché ...“Devo ammettere che l’ultimo provvedimento del governo è positivo, perché si inizia, finalmente, a intravedere un’attenzione propositiva e non meramente ragionieristica su tutto il mondo della scuola e perché accoglie, in parte, le sollecitazioni che in questi anni il comparto dei comuni ha portato all’attenzione delle istituzioni facendosi portavoce delle esigenze e dei malcontenti delle famiglie. Certo, però, ci sono una serie di questioni che rimangono aperte”.
Così l’assessore all’istruzione del comune di Padova, Claudio Piron, che, pur apprezzando l’impegno del governo ad investire in uno dei settori più importanti per lo sviluppo del paese, chiarisce che bisogna mantenere alto il livello del confronto affinché in Parlamento “si apra un dibattito per risolvere il problema della dispersione e dell’edilizia scolastica e perché si lavori per realizzare un grande patto tra scuole e agenzie extrascolastiche (centri sportivi, gruppi di volontariato, ecc) per contrastare il fenomeno del vuoto del tempo libero che in alcuni casi può portare i ragazzi a vivere situazioni di disagio”.
“Temi importanti – sottolinea Piron – che richiedono risorse adeguate e la precisa volontà da parte del parlamento e dei consigli regionali.
“La scuola, se adeguatamente valorizzata, è un settore che in questo momento di grande fatica e crisi, funzionerebbe come "bombola di ossigeno per l’economia" visto che, a prescindere dalle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, impiega una nutrita filiera di professionisti, artigiani, imprese di ogni settore. Detto questo sono necessari investimenti e soprattutto regole certe”.
Quindi, “sempre nel rispetto degli impegni assunti con l’Europa, i governi devono trovare il modo di liberare da questi vincoli l’edilizia scolastica e gli interventi per la sicurezza, altrimenti non si può agire”.
“Ci vuole – ribadisce Piron – un piano per l’infanzia e l’adolescenza per combattere il fenomeno della dispersione e per contrastare la fuga di cervelli e quindi di potenziali risorse per lo sviluppo del paese”. Nell’ambito dell’edilizia scolastica, “bisogna ragionare senza soffermarsi su qualche fondo per ristrutturare ma capire quale scenario disegnano le linee guida recentemente proposte e che tratteggiano una scuola 2.0. Bisogna, insomma, avere il coraggio di pensare a poli scolastici sul modello dei campus esteri dove i ragazzi sono realmente ‘interconnessi’”. Vendere le vecchie scuole e ricostruire scuole con laboratori e attrezzature secondo le più aggiornate tecnologie, può essere l’occasione per ridisegnare pezzi di città e riqualificare le politiche scolastiche insieme alle aree urbane. La scuola, insomma, come motore di cambiamento e di innovazione urbana e sociale, pensando ai nuovi poli scolastici come punti di rifermento dei quartieri, centri per la formazione, l’incontro, il tempo libero, lo scambio tra generazioni.
“Questi – conclude Piron – sono gli asset sui quali dobbiamo discutere per la scuola di domani ed il futuro del paese”. (fdm)