• Settembre 18, 2013
di anci_admin

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Focus Scuola – Pellerino (ass. Torino): “Necessario investire su sistema formativo fondamentale per la crescita del Paese”

“La formazione e l'istruzione sono, come noto, fondamentali condizioni di sviluppo della ...

“La formazione e l’istruzione sono, come noto, fondamentali condizioni di sviluppo della persona e della democrazia; potenziare le capacità personali della cittadinanza è garanzia della crescita della comunità Paese e la Costituzione italiana, che mette le basi della nostra comune convivenza, riconosce il diritto all’istruzione proprio come precondizione per la realizzazione del diritto ad eguali opportunità. Tutte le democrazie nascenti costituiscono tra le prime loro azioni un sistema scolastico pubblico, così come oggi le nuove economie dei Paesi emergenti concentrano sui percorsi formativi notevoli risorse. Ma anche gli altri Paesi d’Europa investono risorse decisamente superiori a quelle spese dall’Italia”.
Così l’assessore all’istruzione del comune di Torino, Maria Grazia Pellerino che dati alla mano sottolinea il nostro è il Paese “il più basso numero di laureati nella popolazione giovanile rispetto a tutti gli altri paesi OCSE”.
“Siamo un Paese – continua – con alti tassi di dispersione scolastica (solo il 60% di chi si iscrive alla scuola superiore raggiunge il diploma), con una alta percentuale di giovani che dispone della sola licenza media inferiore e con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile”.
Condizioni che sono tra loro connesse e certamente determinate dalla scarsa attenzione all’istruzione dimostrata dal nostro Paese, “infatti a fronte dei dati fenomenici sopra citati l’Italia, in questi anni, ha progressivamente disinvestito dal sistema istruzione e ciò in tutta la filiera educativa dalla scuola per l’infanzia all’università”.
Cosa fare quindi per risalire la china? “E’ necessario e non più rinviabile un cambiamento di rotta – afferma l’assessore Pellerino – che porti ad una crescita delle opportunità formative in tutti i segmenti della formazione, considerando la spesa in istruzione come un investimento anticiclico, poiché il ritardo accumulato e la inadeguatezza attuale del nostro sistema formativo rischiano di diventare non più recuperabili”.
“In questi anni – ricorda – i Comuni hanno spesso supplito alle carenze dello Stato istituendo e gestendo servizi per l’infanzia, occupandosi dell’edilizia scolastica, della ristorazione anche per gli insegnanti, della integrazione per i minori migranti, del sostegno alle disabilità”. Inoltre, “gli stringenti vincoli normativi per gli enti locali sul personale anche educativo e la forte contrazione di risorse hanno intaccato la possibilità per i Comuni di continuare gli interventi nel sistema formativo e ciò proprio quando maggiore sarebbe la necessita di un welfare educativo”.
Giusto per fare un esempio, “per l’infanzia, occorre garantire in modo universale l’accesso alle scuole dell’infanzia e quindi riequilibrarne l’onere nelle citta dove è maggiore l’intervento dell’ente locale, con l’istituzione di nuove sezioni statali; per i nidi, poi, è necessario prevedere spazi, orari di accessibilità per tutti i bimbi i cui genitori ne facciano richiesta”. In buona sostanza, Pellerino evidenzia che è sempre più urgente “un piano straordinario sui servizi per l’infanzia che riconosca quanto oggi i Comuni sostengono con risorse proprie prevedendo interventi sul personale, sul turn over, sull’invecchiamento e sulle inidoneità di personale spesso assunto negli anni 70. Infine, si potrebbe lavorare anche ad un contratto unico nazionale per i profili educativi, che aiuterebbe la costruzione di un sistema educativo integrato, senza contrapposizioni tra gestioni dirette e indirette, e a forme di uscita anticipata parziale per il personale inidoneo”.
Detto questo, le necessità della scuola non si esauriscono ed infatti, rimane aperta l’annosa questione del riordino normativo sull’edilizia scolastica e sulle leggi in materia di sicurezza degli edifici oggi caratterizzate da interventi emergenziali.
“Un piano complessivo sul patrimonio edilizio scolastico non è più rinviabile – sottolinea – se non si vuole continuare a investire risorse nella manutenzione straordinaria di edifici che sono ormai a fine corsa. Devono essere garantite le risorse per la manutenzione ordinaria che se trascurata, poiché è spesa corrente e quindi contingentata dal patto di stabilita, mette a repentaglio la sicurezza delle scuole e aggrava il costo degli interventi”.
Infine, l’assessore propone che l’Anci raccolga “buone pratiche e progetti pilota da mettere a disposizione delle prossime decisioni del governo centrale che ha cominciato a fare qualche passo nella direzione auspicata e che deve però intervenire sul sistema formativo individuandolo come un investimento forte per la crescita del Paese”. (com/fdm)