• Settembre 14, 2016
di anci_admin

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Focus Scuola – Monteverde (ass. Macerata): “Sala da pranzo a scuola, un patto collettivo per la sostenibilità”

di Stefania Monteverde* Il dibattito sulle mense delle scuole è di grande importanza e r...

di Stefania Monteverde*

Il dibattito sulle mense delle scuole è di grande importanza e riguarda tutti. In sintesi: da una parte il diritto alla mensa scolastica, lo storico diritto conquistato con la scuola di tutti e per tutti che per legge dà ai Comuni la competenza sulla refezione scolastica, da garantire in maniera egalitaria nel rispetto delle linee guida; dall’altra la sentenza con cui la Corte d’appello di Torino, a fine giugno 2016, ha stabilito che un bambino può consumare nella mensa della scuola un pasto portato da casa e che ha aperto la strada alla liberalizzazione del servizio. Al Comune o alla scuola, ancora non è chiaro, resta solo l’obbligo di offrire uno spazio adeguato. Se si guarda la questione dal punto di vista economico è indubbio che per i bilanci comunali il ritorno del cestino da casa risulterebbe molto utile per la riduzione della spesa pubblica: meno cucine, meno personale, meno bandi, meno costi. Forse, da un certo punto di vista può esserci un risparmio anche per i bilanci familiari: metto nel cestino un panino da 1 euro, una cotoletta in sconto da 0,50 euro, nessuna verdura o frutta, tanto il bambino non la mangia, una coca cola perché beve solo quello. Tuttavia, la proposta economicamente più vantaggiosa non è necessariamente la migliore. Occorre guardare la faccenda da un altro punto di osservazione, che faccia luce sullo scontro culturale in atto.
L’affermazione del diritto al cestino da casa non è solo il gesto di protesta nei confronti di un servizio pubblico scadente che va certamente stigmatizzato. È, invece, molto di più: è la rottura di un patto collettivo tra istituzioni e famiglie, quello dell’impegno alla cura e all’educazione uguale per tutti, che riconosce nel mangiare a scuola un processo educativo essenziale, e non solo un utile servizio a domanda individuale. Se riconosciamo questo, allora non ci basta solo un qualsiasi servizio mensa a qualsiasi prezzo, purché ci sia qualcosa. La sofferenza dei bilanci comunali e la mancanza di risorse pubbliche, inutile nasconderlo, mettono in discussione la qualità e le tariffe. Però, l’alternativa non sia il ritorno al cestino da casa, perché perdiamo tutti, e più di tutti perdono i bambini. Perdono il diritto ad avere una alimentazione di qualità sempre, anche quando la famiglia non sa o non può farlo, perdono l’opportunità di fare del momento del pasto un tempo di scoperta e di crescita culturale, dove godere dello stare insieme nella convivialità e nel rispetto, senza accentuare le inuguaglianze sociali.
A Macerata sul servizio mensa abbiamo fatto un’altra scelta politica, controcorrente. Nelle scuole comunali i bambini a tavola trovano prodotti biologici, filiera corta con le tipicità marchigiane, cuochi comunali, menù concordati con i comitati mensa, i menù speciali per motivi di salute e di religione, gli orti scolastici, i progetti di educazione alimentare. Le tariffe sono tra le più economiche, con l’esenzione totale per i redditi bassi, sette fasce Isee, la tariffa media è 3,40 euro, la riduzione per le famiglie numerose, l’app per pagare con lo smartphone e essere in contatto con i cuochi. Il Comune di Macerata investe tanto sul servizio mensa, le tariffe coprono appena il 20% dei costi complessivi, e si fa molto fatica. Perché lo facciamo? Non solo perché la refezione scolastica è un obbligo di legge, ma perché abbiamo un orizzonte ambizioso, quello che Maria Montessori chiamava il diritto di tutti ad una sala da pranzo:  “Al centro del tavolo c’è sempre un vaso di fiori per favorire un clima di serena bellezza, – scriveva nel 1909. – La gioia, in ultima analisi, è il più sicuro ed energico stimolante di tutta la vita vegetativa…”. La sala da pranzo a scuola è molto di più di una mensa: è un bel posto che educa con la bellezza e la bontà dove insieme, bambini, maestre, genitori, assessori, cuochi, dirigenti comunali, sindaco, tutti insieme si ha cura di realizzare la comunità conviviale. Tra la mensa scolastica e il cestino da casa, proviamo a realizzare la sala da pranzo a scuola, consapevoli che sui principi montessoriani si fondano le esclusive migliori scuole nel mondo.
La sala da pranzo a scuola è una opportunità di crescita per tutti, per i bambini, per le famiglie, per la città e, non ultimo, per tutta la filiera produttiva agricola. Questa è la vera scommessa politica su cui concentrare l’attenzione: la costruzione di bandi per le forniture delle mense che non siano fondati sul massimo ribasso, che siano invece capaci di privilegiare i produttori di qualità, rispettosi di condizioni di lavoro eque e solidali, che sappiano tutelare l’agricoltura biologica, la filiera corta e l’ambiente. Di questo dovremmo parlare, non del cestino da casa, perché da qui passano le scelte culturali di sostenibilità, la vera questione che riguarda i nostri figli.
 

*Vicesindaca e assessora alla Cultura e alla Scuola
Comune di Macerata