• Settembre 19, 2014
di anci_admin

Foscus Scuola 2014

Focus Scuola – Baglio (Pres. Comm. Scuola Roma): “ll cuore di una comunità che cresce, la scuola dell’inclusione”

Una cosa non deve mai essere dimenticata quando si parla di scuola: lavorare alla scuola di oggi vuo...

Una cosa non deve mai essere dimenticata quando si parla di scuola: lavorare alla scuola di oggi vuol dire anche (se non innanzitutto) immaginare l’Italia di domani. L’Italia del boom e quella del sogno europeo, dell’Erasmus, della pace, l’Italia dei campi di Libera confiscati alle mafie e quella delle start up che tra mille difficoltà riescono a competere nel mondo della nuova economia, sono tutte nate a partire dai banchi di scuola. C’è un’Italia che dobbiamo costruire ora, e passa per una sfida decisiva della società del nostro tempo: l’Italia dell’inclusione, dell’integrazione, della convivenza, dell’accoglienza intesa come leva strategica per lo sviluppo.
Gli Enti locali possono raccogliere questa sfida, soprattutto concentrandosi sui primi livelli dei percorsi scolastici. Come presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale, nei mesi scorsi ho promosso un’iniziativa dal nome "Sei dei nostri", nata per favorire l’integrazione a scuola dei bambini di lingua non italiana.
Abbiamo deciso di puntare sulla rivoluzione della semplicità: ci siamo impegnati a favorire la messa in rete delle buone pratiche già messe in campo dalle scuole dei nostri territori. "Sei dei nostri" significa innanzitutto circolazione di know how, di competenze. Significa non lasciare sola l’insegnante di periferia che si trova in classe 10 cognomi stranieri, e vuole trovare il modo migliore per trasmettere loro la bellezza del sapere; significa dare forza al migrante che, quando manda suo figlio a scuola, ci affida tutta la sua speranza di costruire per lui un futuro migliore della disperazione che avrebbe vissuto, nel suo paese d’origine; significa mettere in evidenza con orgoglio il grande lavoro che ogni giorno portano avanti le insegnanti, le associazioni territoriali e i volontari che decidono di spendersi per l’integrazione, affinché nessuno venga lasciato indietro.
Grazie a "Sei dei nostri" abbiamo mostrato ad una Città in cui troppo spesso gli Istituti Scolastici si trovano a lavorare isolati, come queste persone riescano a portare il sorriso mentre tutto il mondo sembra lavorare in senso opposto. Nei loro progetti abbiamo visto come tutto ciò che è bello favorisca l’inclusione: la musica, il teatro, lo sport, il lavoro di gruppo, la conoscenza. C’era il piacere della scoperta dell’altro e di sé, e le incredibili storie dei bambini che si facevano "maestri di integrazione" dei loro stessi genitori. Stare in un Ente locale, costantemente a contatto con le persone, ti dà anche la fortuna di vedere tutto questo. Ti fa capire che prima di tutto vengono sempre le persone.
Per la prima volta abbiamo messo allo stesso tavolo a ragionare di questi temi il Miur, l’Ufficio Scolastico Regionale, i Municipi, Roma Capitale, l’università, rappresentanti di docenti, studenti e genitori, volontariato. Abbiamo cercato soluzioni innovative, facilitazioni, lavoro comune. Un’esperienza ancora giovane, e con molti limiti senza dubbio, ma anche l’inizio di un viaggio, che abbiamo cominciato convinti che anche alla luce di questa sfida si possa giudicare una scuola di qualità in una società che cambia. Un percorso che ci torna estremamente utile mentre ci prepariamo a lanciare su tutta Roma un nuovo progetto chiamato "Scuole aperte", che segnerà un nuovo patto tra scuola e comunità con l’apertura degli istituti di pomeriggio, popolandoli di attività a cura delle realtà territoriali: la scuola che abbiamo in mente è un moltiplicatore di occasioni di incontro, di opportunità di migliorarsi, di attività sportive e culturali. In una parola, è il cuore pulsante di una comunità che cresce. (com)