• Luglio 16, 2013
di anci_admin

Notizie

Fisco locale – Confcommercio, con federalismo tasse locali quadruplicate in venti anni

Negli ultimi venti anni le imposte riconducibili alle amministrazioni locali sono&nbs...

Negli ultimi venti anni le imposte riconducibili alle amministrazioni locali sono aumentate da 18 a 108 miliardi di euro, “con un eccezionale incremento di oltre il 500%”. E’ quanto emerge da uno studio della Confcommercio in collaborazione con il Cer che analizza le dinamiche legate al federalismo fiscale a partire dal 1992. Lo studio – riportato oggi dal Sole 24 Ore – mostra come negli ultimi 20 anni la spesa pubblica complessiva è raddoppiata dal momento che quella corrente delle amministrazioni centrali (Stato e altri enti) è cresciuta del 53%, quella di regioni, province e comuni del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%.
Secondo Confcommercio dunque "uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, quello, cioè, di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, è stato del tutto disatteso rendendo, pertanto, sempre più necessario un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo".
Dal 1992 al 2012 le uscite primarie correnti delle amministrazioni locali sono salite da 90,5 a 205 miliardi con una variazione cumulata del 126%. Nello stesso periodo la spesa delle amministrazioni centrali è passata da 225 a 343,5 miliardi, con un incremento del 53%.
Nel complesso la spesa corrente delle amministrazioni pubbliche, inclusiva anche delle spese sostenute dagli enti di previdenza, è passata da 413 miliardi a 753 con un aumento dell’82,5% nonostante l’apporto negativo fornito dalla spesa per interessi (-12% pari a circa 12 miliardi). A fronte dell’aumento della spesa sostenuta a livello locale i trasferimenti provenienti dalle amministrazioni centrali sono aumentati in misura molto contenuta passando da 72 a 86 miliardi di euro, +20% in 20 anni. Un tema, questo dei tagli progressivi ai trasferimenti statali, che viene sottolineato in una nota del presidente dell’Anci Piero Fassino.
Oltre che per il loro impatto quantitativo, segnala Confcommercio, le imposte locali si segnalano per il forte aumento del grado di frammentazione apportato al sistema fiscale. Il peso assunto dai tributi prelevati dagli enti decentrati è assai diverso da regione a regione.
Infatti la differenza di pressione fiscale fra il territorio dove minore è l’incidenza delle aliquote locali (Valle d’Aosta e provincia di Bolzano) e quelli dove è maggiore (Campania e Molise) è molto rilevante passando dal 3,74 al 6,03%.Altrettanto forte è la differenziazione delle singole regioni in base al rilievo assunto dalla tassazione locale per imprese e famiglie (dal 2,83% in Molise, Campania e Campania all’1,10% di Bolzano).
Rapportando poi il gettito effettivo derivante dall’Irap e dalle addizionali locali sull’Irpef (senza considerare quindi l’Imu) al valore aggiunto regionale, emerge come Campania e Lazio abbiano una pressione fiscale locale circa doppia rispetto a Trentino e Val d’Aosta. (gp)