- Agosto 27, 2013
Interventi
Finanza locale, Fassino: “Esecutivo decida su destino Imu, ma non siano i Comuni a pagare il conto”
“Il Governo ha la potestà di decidere quale sarà il destino dell’Imu. Ma n...“Il Governo ha la potestà di decidere quale sarà il destino dell’Imu. Ma non può decidere di far pagare ai Comuni il costo di eventuali abolizioni o minori introiti”. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione che l’Anci si accinge a presentare al Governo nel corso dell’incontro convocato per oggi a Palazzo Chigi. Lo spiega il presidente Piero Fassino, che in conferenza stampa sottolinea la portata più ampia della discussione sulla finanza locale: “Ci interessa sapere quali saranno e come saranno modulate le risorse di cui i Comuni potranno disporre per assolvere alle loro funzioni, in primis la garanzia dei servizi essenziali ai cittadini”.
Da questa premessa si snodano le proposte sulla fiscalità locale contenute in un documento che i sindaci consegneranno ai membri dell’Esecutivo, in vista del Consiglio dei ministri che domani è chiamato a decidere sul destino della tassazione dei patrimoni immobiliari.
Spiega Fassino che i Comuni chiedono innanzitutto “che non ci siano ulteriori riduzioni di risorse, con la copertura di tutti gli introiti previsti e non ancora incassati per il 2013 e nessun ulteriore taglio per il 2014, dato che è ormai da dodici anni che queste risorse vengono sistematicamente ridotte”. Sull’Imu, in particolare, “aspettiamo ancora di ricevere i 700 milioni di mancati introiti sul 2012 e chiediamo in modo irrinunciabile che, qualunque sia il destino dell’imposta, il governo si faccia carico di coprire tutti gli eventuali mancati introiti che sarebbero derivati dalla completa applicazione dell’Imu per l’anno 2013: garantendo non solo le risorse per coprire l’eventuale abolizione della seconda rata, ma anche le coperture necessarie a restituire le anticipazioni di Tesoreria relative alla prima rata”.
Secondo i sindaci “le decisioni delle prossime ore non possono ridursi a misure contingenti, ma devono rappresentare l’avvio di una nuova fase della politica fiscale che, sul solco del federalismo, riconosca ai Comuni italiani la possibilità di disporre di tributi propri”. E se si volesse introdurre anche una Service Tax, spiega Fassino, “la nostra richiesta è che lo si faccia seguendo tre criteri: equità, sostenibilità per le famiglie e congrui tempi per una efficace attuazione, a partire cioè dal 2014”.
Infine i sindaci porranno al governo un’osservazione: “Le decisioni che riguardano Imu e fiscalità locale – spiega Fassino – verranno adottate con un decreto che dovrà essere approvato entro il 28 ottobre: considerato che queste misure modificano ulteriormente il quadro di finanza in cui i Comuni dovranno operare, e considerato che esistono giunte elette lo scorso 28 maggio, tra cui Roma, per cui i tempi sarebbero troppo stretti, chiederemo al governo di considerare l’eventualità di posticipare a dopo il 30 settembre le scadenze per la chiusura dei bilanci e per la restituzione delle anticipazioni di Tesoreria sulla prima rata dell’Imu”. (mv)