• Marzo 6, 2015
di anci_admin

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Festa della donna – De Paulis: “Il sacrificio di molte donne segnò l’inizio di una vera democrazia”

“Quest’anno celebreremo la Festa della donna ricordando le protagoniste della Resistenza...

“Quest’anno celebreremo la Festa della donna ricordando le protagoniste della Resistenza, le 35mila partigiane combattenti, le oltre 5mila arrestate e torturate, quelle, più di mille, che morirono in combattimento”.
Così la delegata ANCI alle Pari Opportunità, Alessia De Paulis a pochi giorni dalla cerimonia che si svolgerà lunedì 9 marzo a Roma presso il Mausoleo delle Fosse Ardeatine.
“Purtroppo – denuncia – ancora oggi la donna è partigiana. All’interno della famiglia, in ufficio, nei servizi di cura, svolge un lavoro oscuro e silenzioso, spesso sottovalutato e non gratificato. Dalla giornata del 9 marzo deve elevarsi un grido di orgoglio per far emergere la figura femminile da questo immeritato silenzio”.    
E prosegue: “le donne coinvolte nella Resistenza furono almeno due milioni, eppure per troppo tempo la loro storia, il loro coraggio e la loro partecipazione attiva sono state ignorate. Furono soltanto 17 le donne decorate con la medaglia d’oro al valor militare, segno che la società non era ancora pronta a riconoscere il valore e il ruolo che hanno giocato le donne nel corso del conflitto.
Per questo – prosegue la delegata ANCI – abbiamo pensato di ricordare alle Fosse Ardeatine tutte quelle figure femminili che hanno svolto una fondamentale funzione collettiva e sociale, aprendo le proprie case per dare rifugio ai fuggiaschi e ai perseguitati”. Molte imbracciarono le armi, le staffette erano quasi sempre donne, procuravano ai partigiani cibo e vestiti, medicine, munizioni e materiale bellico, svolgendo una importante funzione di collegamento tra le brigate partigiane e le città.
“Vogliamo riportare alla memoria tutte quelle vittime del nazifascismo che durante la guerra sono state seviziate e barbaramente uccise – dichiara De Paulis – perché il loro sacrificio non fu vano, alla fine della guerra qualcosa era cambiato, il tempo era maturo per dare un nuovo slancio alla figura femminile”. E conclude: “le elezioni politiche del 1946 in cui alle donne fu riconosciuto per la prima volta il diritto di voto e l’eguaglianza tra i due sessi introdotto dalla Costituzione furono non soltanto il riconoscimento del loro sacrificio, ma l’inizio di una vera democrazia”. (com/gp)