• Ottobre 8, 2013
di anci_admin

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Federalismo demaniale – Tappa milanese per il tour informativo voluto da Anci e Fondazione Patrimonio Comune

MILANO – I contenuti dell'art. 56 bis del 'Decreto del Fare', ma soprattutto gli aspetti prati...

MILANO – I contenuti dell’art. 56 bis del ‘Decreto del Fare’, ma soprattutto gli aspetti pratici legati all’attuazione della procedura attivata dall’Agenzia del Demanio per la richiesta dei beni statali che possono essere trasferiti ai Comuni. Sono stati questi i principali temi al centro del quinto incontro informativo sul federalismo demaniale promosso dall’Anci e dalla Fondazione Patrimonio Comune, che si è svolto oggi a Milano presso il centro convegni ‘San Fedele’. Organizzato in collaborazione con Anci Lombardia e gli ordini professionali dei geometri e dei periti industriali, l’incontro ha visto la partecipazione di molti rappresentanti dei Comuni lombardi, interessati alle opportunità di valorizzazione del patrimonio immobiliare che si sono aperte con il ‘ritorno in pista’ del federalismo demaniale.
In apertura dei lavori, Giovanni Verga, consulente di Fpc, ha sottolineato il lavoro portato avanti dall’Anci, soprattutto attraverso la Fondazione Patrimonio Comune, per far ripartire il treno del federalismo demaniale finito da più di due anni su un binario morto. “La nuova finestra di dismissioni va vissuta con un approccio intenso e concreto da parte delle amministrazioni comunali: è questo il senso del tour informativo che in questi giorni sta toccando quasi tutte le regioni italiane”, ha affermato Verga.
Da parte sua Tommaso Dal Bosco, responsabile del Dipartimento patrimonio, urbanistica, infrastrutture e politiche per la casa di Anci, ha ricordato le principali novità introdotte dal ‘Dl fare’ che ha sostanzialmente mandato in soffitta il meccanismo dei Dpcm per mettere in moto le procedure di trasferimento dei beni statali. “Grazie alla positiva collaborazione avviata dall’Anci con il governo e l’Agenzia del Demanio, sono stati risolti positivamente alcuni ‘passaggi’ legati alla procedura di assegnazione”, ha spiegato Dal Bosco. Mentre rimangono “aperte alcune questioni finanziarie soprattutto sul tema delle risorse nette e dei vincoli di utilizzo delle risorse ricavate dall’alienazione per la riduzione del debito pubblico. Il nostro auspicio è che su questi aspetti arrivino a breve i chiarimenti richiesti al Mef, che ha già accettato le proposte dell’Anci”, ha aggiunto.
Nel suo intervento Michele Lorusso, direttore della Fondazione Patrimonio Comune si è soffermato sulla procedura di assegnazione dei beni statali e sulle ‘correzioni’ al percorso di attribuzione, ottenute grazie alla collaborazione tra il governo, l’agenzia del Demanio e l’associazione dei comuni, supportata da Fpc. Rispetto alle ‘regole originarie’, si è cercato ampliare le possibilità per gli enti locali di conoscere il più possibile le condizioni effettive dei beni statali per i quali possono inoltrare domanda entro il prossimo 30 novembre. Il risultato è che adesso, dopo il primo via libera del Demanio alla richiesta di attribuzione, gli enti locali hanno prima 30 giorni per richiedere la documentazione sul bene; e poi fino a quattro mesi per svolgervi tutta l’attività tecnica necessaria per capire le sue condizioni.
Lo stesso Lorusso ha accennato ai vantaggi del fondo rotativo per la regolarizzazione degli immobili, uno strumento finanziario che Fpc propone ai Comuni per anticipare le spese sostenute per le attività di regolarizzazione da svolgere nell’ambito del federalismo demaniale.
Al seminario milanese ha preso parte anche l’avvocato Silvia Festinante della direzione regionale lombarda dell’Agenzia del Demanio. Da parte sua sono arrivati preziosi chiarimenti ed indicazioni operative sulle principali questioni e dubbi indicati dai rappresentanti dei Comuni presenti in sala. (gp)